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Aggiornamento Piano Industriale FCA. Ecco cosa succede in Alfa Romeo


Nel piano industriale di FCA viene rivista la strategia per il rilancio dell’Alfa Romeo. Qualche modifica nei tempi del lancio di alcuni modelli, dovuta principalmente al rallentamento del mercato cinese. Il suv del Biscione, che doveva essere prodotto nello stabilimento di Cassino da quest’anno, viene slittato al 2017, così come la Alfieri della Maserati. Confermato invece l’avvio della produzione a fine febbraio a Mirafiori del suv Maserati Levante che sarà presentato al Salone dell’Auto di Ginevra, dove debutteranno anche la gamma completa dell’Alfa Romeo Giulia, la Fiat 124 Spider e le nuove versioni due volumi e station wagon della Fiat Tipo. 

Ecco quanto emerge dalle slides di aggiornamento del Business Plan al 2018. Restano gli 8 modelli previsti dal Piano 2014, ma 6 di questi slittano all'intervallo 2017-2020. Viene confermato per quest'anno il solo lancio della Giulia, seguito all'inizio del 2017 dallla Suv di taglia media. Nei quattro anni successivi vengono confermate la berlina di taglia grande, altre due Suv, due non meglio identificate "specialty" (forse una coupé e una spider) e l'hatchback destinata a rimpiazzare la Giulietta. Non vengono indicati i volumi previsti e viene solo genericamente dichiarata la riduzione dell'investimento previsto a suo tempo (5 miliardi di euro a fine 2018)  per l'implementazione del piano. Tra i motivi dell'aggiornamento, FCA indica l'incertezza dei mercato cinese, specialmente per le vetture di importazione, e la necessità di sviluppare un adeguato network di distribuzione.

Fiat Chrysler Automobiles chiude il 2105 con un significativo miglioramento dei risultati finanziari. Sostanzialmente in linea con le attese degli analisti e ben al di sopra dei target per l'anno. Il cda, riunito oggi  a Londra, ha approvato il progetto di bilancio che mostra ricavi in crescita del 18%, a 113,2 miliardi, un ebit adjusted che sale del 40% a 5,26 miliardi e un utile netto adjusted di 2 miliardi di euro, che corrisponde a un incremento del 91%. L'utile netto si è attestato a 377 milioni di euro, includendo gli oneri registrati nel terzo trimestre a seguito della variazione di stima effettuata per riflettere l’attuale contesto normativo e le campagne di richiamo, oltre agli oneri registrati nel quarto trimestre in relazione al pianificato riallineamento ai trend di mercato della capacità produttiva in Nafta". Dopo la scissione di Ferrari, l'indebitamento netto industriale è sceso a 5 miliardi di euro, e a operazione completata la liquidità netta disponibile è diminuita da 25,2 a 24,6 miliardi (a fine 2014 era di 26,2 miliardi).
Nel 2015 i veicoli FCA consegnati a livello globale sono stati 4,6 milioni di unità, in linea con il 2014. Secondo quanto emerge dai risultati d'esercizio, il marchio Jeep ha registrato consegne a livello globale al livello record di 1,3 milioni di unità, in rialzo del 21%. Fiat Chrysler Automobiles ha anche rivisto al rialzo le linee guida per il 2016 rispetto alle indicazioni fornite in occasione della presentazione del piano industriale nel maggio del 2014.

Il gruppo ha deciso di fornire nuove guidance anche per tener in conto il mancato contributo di Ferrari dopo il completamento della scissione il 3 gennaio scorso. In particolare, FCA prevede per l'intero anno ricavi netti superiori a 110 miliardi (111 miliardi nel 2015 esclusa Ferrari), un ebit adjusted sopra i 5 miliardi (4,8 miliardi), un utile netto adjusted di oltre 1,9 miliardi (1,7 miliardi) e un indebitamento netto industriale inferiore a 5 miliardi (5 miliardi). Il business plan, elaborato con il contributo della casa di Maranello, prevedeva invece ricavi a circa 104 miliardi di euro, un ebit adjusted a 5,1/5,9 miliardi, un utile netto a 1,9/2,5 miliardi e un debito industriale tra 9,8 e 10,3 miliardi. Per il 2016 Fca prevede che le regioni Nafta ed Emea proseguano nel trend di miglioramento riscontrato l'anno scorso, che l'area Latam torni in "leggero utile con lo stabilimento di Pernambuco a regime produttivo nel secondo semestre del 2016" e per l'area Apac un miglioramento della redditività nel secondo semestre con il completamento della localizzazione produttiva di Jeep in Cina. Inoltre "la performance di Maserati è attesa migliorare nel secondo semestre 2016 a seguito del lancio del Levante", spiega ancora il gruppo, indicando investimenti per l'intero anno in linea con i 9,2 miliardi dell'anno scorso.

Per quanto riguarda invece le consegne nelle singole aree, la regione Nafta ha visto un incremento del 9% a 2,73 milioni di unità: in aumento la quota di mercato negli Usa (12,6%), così come i ricavi netti, che hanno raggiunto i 70 miliardi di euro (+33%) grazie alle performance dei marchi Jeep e Ram e al favorevole impatto dei cambi. Estremamente positivi anche gli sviluppi per l'ebit adjusted, passato da 2,18 a 4,45 miliardi.


A pesare in maniera decisiva sulle consegne globali è stato però l'andamento della regione sudamericana: nell'area Latam il Gruppo ha chiuso l'anno con 553.000 consegne, al -33% rispetto ai volumi del 2014. A determinare il forte calo, il trend negativo sui mercati brasiliano (dove pure Fiat rafforza la leadership) e argentino. Il calo dei volumi si è tradotto in una sensibile flessione dei ricavi netti (-25%, a 6,4 miliardi) e in un dato in rosso alla casella dell'ebit rettificato (-87 milioni, contro i 289 di incasso del 2014).

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