L’acronimo GTA sta per “Gran Turismo Alleggerita” e nacque nel 1965 con la Giulia Sprint GTA, una versione specifica derivata dalla Sprint GT, allestita per l’omologazione sportiva e presentata al Salone di Amsterdam di quell’anno. La carrozzeria della Giulia Sprint GT venne sostituita con una identica in alluminio, per un peso totale di 745 kg contro i 950 kg della versione stradale.
Una seconda modifica riguardò il propulsore bialbero da 1570 cm3 che nella configurazione stradale, con doppia accensione, raggiungeva la ragguardevole potenza di 115 CV. I tecnici dell’Autodelta, prima espressione del “Reparto Corse” ufficiale di Alfa Romeo, la scelsero come vettura di riferimento per la categoria Turismo, e la elaborarono sino a una potenza massima di 170 CV. Il successo nelle competizioni fu immediato: tre “Challenge Europeo Marche” consecutivi, decine di campionati nazionali e centinaia di gare singole in ogni parte del mondo. E fu considerevole anche il ritorno di immagine sulla gamma: la Giulia Sprint GTA esprimeva infatti al meglio il claim “una vittoria al giorno con la macchina di tutti i giorni”. Da allora dunque la GTA entrò nell’immaginario collettivo come icona indiscussa della sportività del Biscione e la forza della sigla finì per spingere il pubblico a identificare con GTA le Alfa Romeo sportive in generale. Va infine sottolineato che, al pari della sigla GTA, il nome “Autodelta” è un marchio altrettanto iconico e l’omonima officina situata presso il Centro Sperimentale di Balocco ne custodisce la preziosa eredità.
Se Alfa Romeo è in mano a Stellantis si deve a Carlos Tavares. E anche il fatto che la Lancia non sia stata chiusa è dovuto alle decisioni del manager. A ribadirlo è stato lo stesso amministratore delegato del gruppo Stellantis, che ha dichiarato di essersi opposto alle numerose richieste di vendita del marchio del Biscione e di chiusura del brand di Torino. "Non potete immaginare quante persone mi hanno chiesto di chiudere Lancia quando abbiamo creato Stellantis", ha commentato Tavares parlando dei futuri programmi sportivi dei marchi italiani. "Dovete sapere due cose. Innanzitutto, c'erano molte persone che bussavano alla mia porta per farmi vendere Alfa Romeo. E ho detto di no. E c'erano tante altre persone che mi dicevano che avrei dovuto uccidere Lancia. È imbarazzante: ho detto di nuovo no. Quindi oggi, quello che abbiamo fatto è stato riconvertire il business di Alfa Romeo. Il marchio è redditizio, è posizionato nel segmento premium. L'attività è in cr
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