Un Cavallino rampante nel "motore" di Fiat e Chrysler, a Wall Street, è parsa la proverbiale ciliegina sulla torta d'una nuova FCA quotata al New York Stock Exchange. La decisione dell'amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, di prendere in prima persona la guida di Ferrari, storico marchio della Formula Uno e del super-lusso "Made in Italy" finora separato in casa, appare come un regalo per un gruppo che ha già in grandi processi di integrazione, quelli tra Chrysler e Fiat, il suo fulcro competitivo. «Prendere il volante di Ferrari offre a Marchionne molta più libertà nel valutare tutte le diverse opzioni che Fiat ha davanti a sé per la divisione di super-car», ha detto George Galliers, analista di International Strategy & Investment, broker dealer di New York. Un'articolata attività nelle auto di lusso, che vede in pole position, oltre alla Rossa di Maranello, marchi come Maserati e una rilanciata Alfa Ro