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Torna la Fiat Multipla

La prossima novità Fiat è un SUV compatto. Questa cugina tecnica della Citroën C3 Aircross e della Opel Frontera, a lungo soprannominata Multipla, alla fine non utilizzerà questo nome. Ora denominata Pandissima, verrà affiancata da un SUV fastback. Come annunciato da Fiat con una serie di concept car all'inizio del 2024, lo stile della Grande Panda verrà applicato a un'intera famiglia di modelli. Questa gamma comprenderà due SUV, tra cui un cugino tecnico della Citroën C3 Aircross e dell'Opel Frontera. Sviluppato sulla piattaforma Smart Car, questo modello compatto per la famiglia è stato a lungo denominato Multipla. Alla fine non prenderà il nome delle monovolume del 1956 e del 1998. Potrebbe chiamarsi Pandissima. Il CEO di Fiat Olivier François ha recentemente escluso l'utilizzo del nome Multipla per il prossimo SUV. " Fiat tornerà nel segmento. Dobbiamo avere rispetto per il nome Multipla. Per Fiat, questo nome è un concetto, una filosofia. Una Fiat Multipla rap...

Storia della Lancia Autobianchi Y10



Genesi di un’icona elegante della mobilità urbana

La sua storia inizia nel lontano nel 1974, quando alla Lancia viene affidata prima la commercializzazione dell’Autobianchi A 112 e successivamente lo sviluppo del nuovo modello che doveva succederle, in funzione della vicinanza di immagine e di missione fra i due Brand. Così, nel marzo del 1985, in occasione del Salone dell’Automobile di Ginevra, viene presentata alla stampa internazionale la Y10, alla quale veniva affidato il non facile compito di ricevere il testimone dall’Autobianchi A 112. A colpire il pubblico è la sua linea a cuneo, con cofano spiovente e parabrezza inclinato. L’abitacolo si sviluppa anche in altezza e le ampie superfici vetrate conferiscono una maggiore sensazione di spazio all’interno: il vetro posteriore risulta grande quanto quello anteriore, ha l’apertura a compasso, disponibile con comando elettrico, un optional esclusivo per il segmento. Ma il dettaglio di stile più originale è di certo il portellone posteriore: praticamente verticale color nero opaco indipendentemente dalla tinta della carrozzeria, al di là di qualche versione speciale dell’ultima serie, sulla quale è stata sperimentata la decorazione con sistema “CBS” (Cubic Printing System). Il modello Y10 verrà prodotto in un milione di esemplari fino al 1995, quando il testimone passerà alla nuova Lancia Y.

 


Motore FIRE e trazione integrale, la tecnologia al servizio dello stile

L’attenzione del Gruppo per il modello Y10, utilitaria negli ingombri ma premium nelle dotazioni, si evince fin dal 1985 quando le viene affidato il compito di portare all’esordio il contributo di nuove tecnologie. La prima, certamente la più importante, è rappresentata dal nuovo motore della famiglia FIRE (Fully Integrated Robotized Engine): 4 cilindri di 999 cc che sviluppa 45 CV. Prodotto nello stabilimento di Termoli con tecniche innovative e con l’ampio impiego di robot per l’assemblaggio, diventerà la base di gran parte dei quattro cilindri del Gruppo. Motore semplice, affidabile, efficiente, economico tanto nella costruzione quanto nella resa. All’esordio, oltre al motore FIRE, la Y10 monta anche il consolidato motore 1049 cc “Brasile” che eroga 56 CV nella versione aspirata denominata Touring. Per chi cerca le prestazioni, c’è anche in versione Turbo da 84 CV. Entrambe sfoggiano interni ancor più lussuosi, con elementi in Alcantara a nobilitare ulteriormente i due allestimenti top. Nel 1986 arriva la prima iniezione di nuove dotazioni di lusso, tra cui gli alza vetri elettrici, che coinvolgono anche la versione con motore FIRE nel nuovo allestimento LX. E sempre nel 1986 viene lanciata la Y10 4WD che adotta una nuova trazione integrale con comando elettropneumatico e il sistema delle ruote posteriori libere nell’utilizzo della sola trazione anteriore. Dotata di pneumatici con tasselli più grandi, cerchi e allestimenti interni specifici, paraspruzzi e protezioni laterali della carrozzeria in resina, la Y10 4WD diventa l’auto per i fine settimana in montagna: con un porta sci sul tetto e il bagagliaio, che può ospitare quattro paia di scarponi, la vettura mette in imbarazzo le grandi 4x4 giapponesi, allora di gran moda nelle prestigiose località sciistiche.

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