Alfa Romeo Scarabeo: L'Audacia di un Prototipo Che Ha Fatto Storia
Nel 1966, l'Alfa Romeo, da sempre fucina di innovazione, diede vita a uno dei suoi prototipi più originali e affascinanti: l'Alfa Romeo Scarabeo. Questa vettura non era semplicemente un esercizio di stile, ma un manifesto di soluzioni tecniche di assoluta avanguardia, destinate a lasciare il segno nella storia della Casa del Biscione.
Meccanica Rivoluzionaria
La Scarabeo si dotava del celebre motore quattro cilindri bialbero della gloriosa Giulia Sprint GTA. Tuttavia, la sua installazione era tutt'altro che convenzionale: il propulsore era montato in posizione posteriore-centrale trasversale, in blocco unico con frizione e cambio. Questa configurazione, che garantiva un'ottimale distribuzione dei pesi e un baricentro ribassato, era all'epoca una soluzione audace per una vettura sportiva.
Anche il telaio era all'altezza delle ambizioni del progetto: un telaio tubolare che riprendeva l'architettura adottata anche sulla leggendaria Tipo 33, caratterizzato da grossi longheroni tubolari ai lati dell’abitacolo. Questi elementi non solo garantivano una rigidità torsionale elevata, ma fungevano anche da serbatoi del carburante, integrando così la meccanica e la struttura in modo intelligente.
Per le sospensioni, l'Alfa Romeo non esitò a guardare oltre, riprendendo lo schema adottato all'anteriore dal modello "R8" della Renault, a testimonianza dei rapporti industriali e commerciali che legavano le due Case.
Design Stupefacente e Innovativo
La carrozzeria della Scarabeo, prodotta dalla O.S.I. (Officine Stampaggi Industriali) di Borgaro Torinese, incarnava perfettamente lo spirito innovatore del prototipo. Le sue linee erano affusolate e filanti, culminando in una caratteristica coda tronca che ne esaltava l'aerodinamicità.
La prima versione del prototipo fece scalpore per una soluzione di accesso all'abitacolo a dir poco sorprendente: l'assenza di portiere convenzionali. L'accesso avveniva invece tramite il ribaltamento in avanti del tetto, un dettaglio fantascientifico che rubò la scena al suo debutto in autunno al Salone di Parigi.
La Memoria di un Esemplare Unico
Il modello destinato all’esposizione parigina, e che oggi ne custodisce la memoria, è in realtà il secondo prototipo. Questa versione, più "convenzionale" e semplificata, presentava il posto di guida a sinistra e l'introduzione di parabrezza e portiere convenzionali.
Questo esemplare unico è un prezioso pezzo di storia perfettamente conservato, custodito con orgoglio al Museo Alfa Romeo di Arese. La Scarabeo del 1966 resta un simbolo della capacità di Alfa Romeo di spingersi oltre i confini del design e dell'ingegneria, lasciando un'eredità di audacia che continua a ispirare gli appassionati.
