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Fiat 600 MY'26: 1.2 benzina e cambio manuale, 600 Spirit Abarth e 600 Sport

Canale Whatsapp Passione Auto Italiane Fiat si prepara a dare una scossa al segmento dei B-SUV con un aggiornamento sostanziale della sua 600, atteso con il Model Year 2026 . Questo rinnovamento non solo mira a rendere il crossover più accessibile e versatile, ma anche a iniettare una dose di sportività estetica, attingendo alla gloriosa tradizione Abarth. Il Ritorno del Termico Pieno e del Manuale La novità più attesa, che mira ad abbassare il prezzo d'ingresso e a soddisfare i puristi della guida, è l'introduzione del motore 1.2 benzina da 100 CV abbinato al cambio manuale a 6 marce. Attualmente, le versioni termiche della 600 sono disponibili solo in configurazione Mild-Hybrid con cambio automatico DCT. L'arrivo di questa opzione più "tradizionale" e meno elettrificata si allinea alla strategia di Stellantis di non abbandonare i clienti che preferiscono la frizione, come già visto con l'introduzione di motorizzazioni simili su altri modelli del gruppo.  * M...

Alfa Romeo Scarabeo: L'Audacia di un Prototipo Che Ha Fatto Storia



Nel 1966, l'Alfa Romeo, da sempre fucina di innovazione, diede vita a uno dei suoi prototipi più originali e affascinanti: l'Alfa Romeo Scarabeo. Questa vettura non era semplicemente un esercizio di stile, ma un manifesto di soluzioni tecniche di assoluta avanguardia, destinate a lasciare il segno nella storia della Casa del Biscione.

Meccanica Rivoluzionaria

La Scarabeo si dotava del celebre motore quattro cilindri bialbero della gloriosa Giulia Sprint GTA. Tuttavia, la sua installazione era tutt'altro che convenzionale: il propulsore era montato in posizione posteriore-centrale trasversale, in blocco unico con frizione e cambio. Questa configurazione, che garantiva un'ottimale distribuzione dei pesi e un baricentro ribassato, era all'epoca una soluzione audace per una vettura sportiva.

Anche il telaio era all'altezza delle ambizioni del progetto: un telaio tubolare che riprendeva l'architettura adottata anche sulla leggendaria Tipo 33, caratterizzato da grossi longheroni tubolari ai lati dell’abitacolo. Questi elementi non solo garantivano una rigidità torsionale elevata, ma fungevano anche da serbatoi del carburante, integrando così la meccanica e la struttura in modo intelligente.

Per le sospensioni, l'Alfa Romeo non esitò a guardare oltre, riprendendo lo schema adottato all'anteriore dal modello "R8" della Renault, a testimonianza dei rapporti industriali e commerciali che legavano le due Case.

Design Stupefacente e Innovativo

La carrozzeria della Scarabeo, prodotta dalla O.S.I. (Officine Stampaggi Industriali) di Borgaro Torinese, incarnava perfettamente lo spirito innovatore del prototipo. Le sue linee erano affusolate e filanti, culminando in una caratteristica coda tronca che ne esaltava l'aerodinamicità.

La prima versione del prototipo fece scalpore per una soluzione di accesso all'abitacolo a dir poco sorprendente: l'assenza di portiere convenzionali. L'accesso avveniva invece tramite il ribaltamento in avanti del tetto, un dettaglio fantascientifico che rubò la scena al suo debutto in autunno al Salone di Parigi.

La Memoria di un Esemplare Unico

Il modello destinato all’esposizione parigina, e che oggi ne custodisce la memoria, è in realtà il secondo prototipo. Questa versione, più "convenzionale" e semplificata, presentava il posto di guida a sinistra e l'introduzione di parabrezza e portiere convenzionali.

Questo esemplare unico è un prezioso pezzo di storia perfettamente conservato, custodito con orgoglio al Museo Alfa Romeo di Arese. La Scarabeo del 1966 resta un simbolo della capacità di Alfa Romeo di spingersi oltre i confini del design e dell'ingegneria, lasciando un'eredità di audacia che continua a ispirare gli appassionati.

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