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Alfa Romeo Giulietta potrebbe avere un erede nel 2029

Alfa Romeo starebbe lavorando ad un nuovo modello che si baserà sulla piattaforma STLA Small. Si tratterebbe di una vettura compatta da produrre a Pomigliano d'Arco (Napoli) dal 2029. Secondo le indiscrezioni, si tratta di un modello compatto che si posizionerà tra Alfa Romeo Junior e Tonale. Quindi si potrebbe trattare di un modello appartenente al segmento C. Una vettura compatta che andrebbe a colmare il vuoto lasciato con l'uscita di scena della Giulietta. Maggiori informazioni potrebbero arrivare già nelle prossime settimane. È, infatti, previsto un aggiornamento del "Piano Italia" da parte del gruppo Stellantis. Già alla fine del 2024, Stellantis aveva già annunciato l'arrivo di un modello inedito per Pomigliano. A Pomigliano, dal 2028, sarà installata la nuova piattaforma (STLA-SMALL), sulla quale è prevista la produzione di 2 nuovi modelli compatti. Nello stabilimento campano verrà rafforzato il presidio per la produzione delle vetture mass market con l’es...

Alfa Romeo Tipo 33/2 Daytona (1968)



Dopo l'esperienza maturata con le Giulia TZ e TZ2, in Alfa Romeo rinasce il desiderio di tornare alle corse per vetture Sport che proprio negli anni Sessanta stanno vivendo un periodo di grande popolarità, con la categoria "due litri" contesa dai maggiori costruttori.

Il progetto di una nuova vettura viene quindi avviato a partire dal 1964 dalla Progettazione Alfa Romeo guidata da Orazio Satta Puliga, ed è sviluppato in particolare da Giuseppe Busso. Il telaio è costituito da tre grandi tubi in lega di alluminio disposti a formare una "H" asimmetrica. All'estremità anteriore è fissato un telaio a traliccio ottenuto con una sola fusione di magnesio, e al posteriore sono poste due "braccia", anch'esse di magnesio. I serbatoi del carburante, in gomma, sono alloggiati all'interno dei tubi del telaio. Questa struttura pesa solamente 55 kg, per un peso in ordine di marcia di 580 kg. Il V8 di due litri, in lega di alluminio, ha distribuzione a quattro alberi a camme in testa, alimentazione a iniezione con pompa meccanica e doppia accensione. La potenza erogata nella versione definitiva è di 270 CV. La velocità massima varia dai 260 ai 300 km/h a seconda della configurazione aerodinamica.

Tuttavia, prima ancora che il motore, già progettato e costruito in Alfa Romeo, possa girare per la prima volta al banco, il progetto della 33 (il codice tipo è infatti 105.33) viene ceduto nel gennaio del 1966 da Giuseppe Luraghi all'Autodelta, non senza malumori dei tecnici Alfa. Intanto una vettura finita, ma con propulsore ancora provvisorio (il "bialbero" 1600 della TZ2), aveva girato a Balocco nell'inverno 1965.

La gestazione della 33 è lunga e complessa, soprattutto a causa del telaio innovativo, e il 1967, anno del debutto, si conclude con la vittoria alla gara in salita di Fléron, in Belgio. L'anno successivo, con una nuova carrozzeria chiusa, la 33 ottiene quindici vittorie assolute e sei di categoria, fra cui le citate 24 Ore di Daytona e Le Mans, concluse rispettivamente con i primi due e tre posti di classe. 

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