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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Fca e sindacati, accordo per Mirafiori. Nuovo modello per Torino


passione500.blogspot.it

Fca e sindacati hanno raggiunto un accordo che salvaguarda l'occupazione nello stabilimento di Mirafiori: 1.100 lavoratori saranno trasferiti a Grugliasco, ma una parte rientrerà a Mirafiori quando verrà avviata la produzione del nuovo modello che affiancherà il suv Maserati Levante. L'intesa - che dovrà essere approvata dai Consigli delle Rsa delle fabbriche interessate - è stata firmata dall'azienda con Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri e, in un incontro separato che si è svolto contemporaneamente sempre all'Unione Industriale di Torino, con la Fiom.

Circa 500 lavoratori, con ridotte capacità lavorative, seguiranno un percorso di formazione ed è previsto l'esodo volontario incentivato per gli ultrasessantenni. Per gli altri 600 ci sarà un programma di addestramento sulla linea Maserati in vista della produzione del nuovo modello a Mirafiori, il cui annuncio è atteso durante l'Investor Day del primo giugno.
I trasferimenti - esattamente 1.052 - inizieranno a maggio e si concluderanno a luglio. Saranno utilizzati i contratti di solidarietà come ammortizzatore sociale di supporto. L'accordo prevede l'apertura di una procedura di esodo volontario incentivato strutturata per consentire ai lavoratori ultrasessantenni uno scivolo pensionistico attraverso la naspi e la ape aziendale. Gli organismi di fabbrica previsti dal contratto specifico di primo livello monitoreranno l'attuazione di quanto concordato e le parti si rincontreranno nel mese di luglio per fare il punto sulla gestione del percorso di ricollocazione del personale.

Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e AssoQuadri, valutano "positivamente che si sia avviato un percorso di formazione professionale in grado di difendere l’occupazione evitando ogni drammatizzazione sociale". Soddisfatta ma critica è invece la Fiom-Cgil: "Con questo accordo siamo
riusciti a garantire la copertura degli ammortizzatori sociali e quindi la salvaguardia dell'occupazione per tutti i lavoratori, nonostante il ritardo e l'incertezza di Fca nei nuovi investimenti, che determina in questo momento oltre 3000 esuberi tra Mirafiori e Grugliasco, su 5400 addetti", evidenziano Michele De Palma,  responsabile del settore auto, e Federico Bellono, segretario provinciale del sindacato metalmeccanico.

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