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Fiat Punto (1993)

Collocata nel segmento delle medio-piccole (segmento B) e con il compito di sostituire la Uno, la nuova Fiat Punto nasce nel 1993 come un’auto di classe superiore per volumetria interna. È disponibile a 3 o 5 porte, per la prima volta compare il cambio a 6 marce e c’è anche una versione Economy Drive con rapporto al ponte più lungo.  55, 60 (anche con l’automatico Selecta), 75 e 90 le versioni a benzina, affiancate dalla Turbodiesel che in seguito viene proposta anche con motore aspirato. Tanti gli allestimenti: S, SX, EL, ELX e HSD (High Safety Drive), che include tutti i dispositivi di sicurezza disponibili. A dimostrazione della solidità della scocca, viene realizzata anche la Punto Cabrio, prodotta da Bertone. Nel 1999, per festeggiare i 100 anni della Fiat, il Centro Stile disegna la Punto 2a serie; nel 2005 cresce oltre i 4 metri e diventa Grande Punto, cui si affianca nel 2009 la Punto Evo prodotta fino al 2018.

Fiat Tipo (1988)

Con un grande investimento finanziario concentrato sull’automazione la Fiat di Vittorio Ghidella presenta nel 1988 la Tipo, una berlina 2 volumi di classe media caratterizzata da un abitacolo funzionale e molto spazioso. Nasce con 5 motori, tre a benzina e due diesel che, merito anche dell’ottima aerodinamica, risultano molto efficienti. L’innovativo cruscotto digitale della versione DGT e i dispositivi di controllo della trazione sottolineano l’innovazione e l’attenzione alla sicurezza. I diversi allestimenti caratterizzano i modelli ma sono i motori 1.8 e 2.0 “sedicivalvole” e l’arrivo della versione 3 porte a conferire un nuovo piglio sportivo alla razionale Fiat Tipo. La 2a serie del 1993 introduce importanti novità sul piano della sicurezza con nuove barre anti-intrusione, scocca irrobustita, poggiatesta anche posteriori, airbag lato guida e cinture con pretensionatori, mentre i motori si adeguano alle normative Euro 3.  La produzione termina nel 1995. 

Alfa Romeo 156 (1997)

L'Alfa Romeo arriva al Salone di Francoforte del 1997 con l’erede della 155: la nuova 156. La matita di Walter de Silva disegna curve al posto degli spigoli, richiamando stilemi storici della Casa del Biscione come le sottili feritoie accanto allo scudetto simili a quelle della vincente 8C Monza degli anni Trenta. Non mancano soluzioni moderne ed eleganti, come la maniglia delle porte posteriori mimetizzata accanto al vetro.  Ma oltre al design è l'handling a risultare veramente eccezionale: il vero piacere di guida. E la risposta del pubblico è immediata e sorprendente: più di 90.000 vetture vendute nei soli primi 4 mesi. Altrettanto entusiasta è il riscontro della stampa: nel 1998 la 156 si aggiudica il prestigioso titolo di Auto dell'anno, conferito dai giornalisti automobilistici europei. Il successo della vettura viene bissato anche in pista: la classe della 156 ottiene la sua consacrazione nel Campionato Europeo Turismo, dove trionfa ininterrottamente dal 2000 al 2003

Alfa Romeo 155 V6 TI DTM (1993)

Una belva da corsa nata dal successo nel Campionato Italiano Superturismo 1992 che accende la voglia di andare a rompere le uova nel paniere ai tedeschi. È così che Giorgio Pianta guida l’Alfa Corse a progettare una vettura per battere, in casa loro, gli agguerriti squadroni tedeschi nel DTM (Deutsche Tourenwagen Meisterschaft). Con un potente e leggerissimo V6 2,5 litri che arriva a superare i 420 cavalli e la carrozzeria in fibra di carbonio, la 155 DTM vince all’esordio sul circuito di Zolder. Sotto la pioggia Larini conquista gara 1 e gara 2 e l’Alfa realizza la prima tripletta con Danner e Nannini, dimostrando l’efficienza vincente della trazione integrale. Con un crescendo rossiniano Nicola Larini consegue 12 vittorie su 20 gare, conquistando il Campionato DTM del 1993. Ancora oggi i tedeschi si inchinano davanti all’Alfa 155 DTM che li ha battuti nel loro Campionato Turismo.

Alfa Romeo 164 (1987)

Uscita dall'atelier di Pininfarina dalla matita di Enrico Fumia l’Alfa Romeo 164 fa il suo esordio al Salone di Francoforte del 1987. Versione più sportiva del progetto “Tipo 4” che lega le quattro ammiraglie di Alfa, Lancia, Fiat e SAAB, la 164 nasce intorno ai motori 2.0i Twin Spark e 2.5 Turbodiesel, caratterizzata da una linea filante molto aerodinamica e da interni curati, con sedili in velluto o pelle, un ampio bagagliaio, climatizzatore automatico e strumentazione all'avanguardia. La gamma dell’ammiraglia di Arese si arricchisce con diversi motori più potenti, dal 3000 V6 al 2 litri Turbo fino al V6 2.0i Turbo con cui si rifà il trucco nel 1991 migliorando anche il comfort e la qualità complessiva. Ancora una nuova gamma nel ’94 con gli allestimenti Super e la Quardifoglio Q4 a trazione integrale. In dieci anni 268.757 164 escono dallo stabilimento di Arese.

Lancia Thema 2.8 V6 (1984)

Al Salone di Torino del 1984 Lancia presenta la nuova ammiraglia, versione di punta del progetto di piattaforma congiunta “Tipo 4” che genera quattro vetture di altrettanti marchi: Lancia, Fiat, Alfa Romeo e SAAB. La Thema è una berlina 3 volumi dalle linee senza tempo, lussuosa e ricercata negli interni, dotata di motori per tutte le esigenze: 2.0 iniezione a benzina, anche nella prestazionale variante Turbo; 2.8 V6 e 2,4 Turbodiesel.  Il motore V6 equipaggia una esclusiva versione Limousine dotata di una terza luce centrale, mentre dal 1986 - su disegno Pininfarina - arriva la versione Station Wagon che riscuote subito grande successo. Ma quella che fa più scalpore viene soprannominata Thema Ferrari: si tratta della 8.32, Thema che monta il motore 3000 V8 delle Ferrari 308 e Mondial. La sigla indica appunto il motore a 8 cilindri e 32 valvole. Esternamente spicca il piccolo spoiler a scomparsa sul baule, negli interni abbondano pelle e radica. I motori e lo stile della Thema vengono

Lancia Delta HF Integrale a Sestriere (1987)

Come la Fulvia, anche la Delta è una "media" con finiture superiori e, ancor più della Fulvia, lascerà un segno indelebile nella storia dei rally. Nel 1979, intorno ai motori 1,3 e 1,5 di origine Fiat e con molti elementi ereditati dalla Beta, nasce una compatta 5 porte 2 volumi firmata da Giorgetto Giugiaro. La vettura ha un grande successo commerciale, e la stampa internazionale la incorona - unica Lancia nella storia - "Auto dell'anno" 1980. Dopo la 1.6 GT dell'82, ritorna il marchio HF per la 1.6 Turbo dell’83, mentre nell’85 nasce la potentissima S4 Gruppo B che della Delta ha solo le sembianze. Ma la svolta avviene tra l’86 e l’87 quando le Gruppo B troppo pericolose devono passare il testimone alle Gruppo A.  La Lancia dispone della nuova Delta HF 4WD a trazione integrale che vince all’esordio il Montecarlo del 1987, aggiudicandosi il primo dei 6 campionati mondiali rally consecutivi (dal 1987 al 1992) ottenuti con le continue evoluzioni della 4WD e d

Lancia Stratos HF (1974)

Nel 1970 Bertone stupisce il pubblico del Salone di Torino con un avveniristico prototipo, disegnato da Marcello Gandini. Costruita intorno al motore della Fulvia 1,6 HF collocato in posizione posteriore, la filante e bassissima coupé ha il nome e l’impostazione tecnica di quella che diventerà la nuova arma da rally della Squadra Corse HF: Lancia Strato’s. Un prototipo identico alla  versione definitiva debutta al Tour del Corse nel novembre del 1972,  equipaggiata con il motore V6  da 2,4 litri della Ferrari Dino in posizione centrale, montato su un robusto telaio coperto da due gusci di carrozzeria che facilitano gli interventi meccanici e da un parabrezza che richiama la visiera di un casco. Come diceva Bertone, la Strato’s veste pilota e navigatore come la tuta di un atleta che ne mette in mostra i muscoli. Vince per 3 volte consecutive il Rally di Monte Carlo e 3 volte il Campionato Mondiale Costruttori, dal ‘74 al ‘76 e ancora 3 nell’Europeo Piloti. Grazie alla Stratos, Munari vi

Lancia Montecarlo Turbo (1979)

Stimolata dai grandi successi ottenuti nei rally dalla Strato’s, la Casa torinese si lancia anche nelle corse su pista del campionato mondiale Endurance. Partendo dalla cellula centrale della Beta Montecarlo, coupé due posti con motore centrale disegnata da Pininfarina, nasce un prototipo costruito in 11 esemplari dal 1978 al 1981 che getterà le basi per lo sviluppo della Lancia Rally 037 del 1982. Il team composto da Gianni Tonti - responsabile del progetto - Giampaolo Dallara e Claudio Maglioli, consulenti per il telaio, la meccanica e il collaudo, realizza una coupé che in tre step differenti porta il motore turbocompresso a erogare fino a 500 cavalli.  La stagione 1979 affrontata con l’obiettivo di fare esperienza si conclude con la vittoria iridata nella Classe 2 litri. Il successo si rafforza nei due anni successivi: la Lancia vince nel 1980 e ’81 il Campionato Mondiale Marche Sport Prototipi. L'avventura nell'Endurance prosegue fino al 1986 con le eredi della Montecarlo:

Lancia Fulvia Coupé HF 1600

Seguendo il solco dalle precedenti coppie Artena-Astura, Ardea-Aprilia e Appia-Aurelia, la Fulvia nasce nel 1963 come sorella minore della Flavia, da cui eredita finiture di rango superiore. Come la Flavia ha trazione anteriore e 4 freni a disco, mentre per il motore si abbandona l'architettura boxer per tornare al 4 cilindri a V stretto. Nel 1965 debutta a Ginevra la Coupé con linee ispirate ai veloci ed eleganti motoscafi Riva: sarà un successo commerciale e sportivo eccezionale. Zagato nel ’65 propone la brillante Sport, ma il pubblico è ammaliato dai crescenti successi sportivi della Fulvia Coupé. La “Fulvietta” diventa beniamina delle corse con le potenziate versioni HF con cilindrate crescenti: 1,2, 1,3 e 1,6. Nel ’69 nasce la berlina 2a serie cui segue il rinnovamento della Coupé, prodotta fino al 1976. La storia sportiva della Fulvia Coupé, iniziata con la vittoria di Leo Cella al Rally dei Fiori del ’66, raggiunge l’apice con lo storico trionfo di Munari/Mannucci al Monte