L'impegno per l'Alfa Romeo, con i 5 miliardi di investimenti in cinque anni che sosterranno il rilancio fino al 2018 e oltre. E l'ennesima doccia fredda per Lancia, marchio "senza alcun valore sul mercato internazionale", destinato a restare confinato in Italia. Sono le due conferme arrivate ieri dall'ad del Gruppo FCA Sergio Marchionne, ospite del Festival dell'Economia di Trento.
Intervistato dal direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, Marchionne (che proprio ieri ha celebrato i dieci anni in Fiat) ha ribadito tutta l'attenzione del Gruppo nei confronti del Biscione, la cui produzione resterà appannaggio del Belpaese, "rioccupando tutta la forza lavoro". Secondo l'ad, il primo prototipo, su cui lavoreranno in segreto 600 ingegneri, sarà pronto "entro il terzo trimestre dell'anno prossimo". Stavolta, però, non si ripeteranno gli "errori" del passato quando il marchio è stato "resto sempre più simile a Fiat". Intanto, non è escluso che l'Alfa possa produrre "anche all'estero", ma solo dopo il fatidico 2018.
Per Marchionne, pare non esserci partita. "La Lancia non ha storia né in Europa né negli Usa, ha ribadito l'ad, non ha nessun valore sul mercato internazionale. Abbiamo provato in tutti i modi, ma non c'è speranza, la Lancia avrà una contrazione di produzione e resterà nel mercato italiano. Mi spiace ma in tempo di crisi bisogna fare delle scelte». Per il marchio che ha dato la luce a Stratos, Fulvia, Delta ("ho un'HF integrale, la migliore di tutte", assicura l'ad) il futuro sembra persino più nero del previsto: «Senza investire miliardi non riusciamo a darle credibilità che le restituisca sopravvivenza». Se non è il canto del cigno, poco ci manca.
Marchionne ha infine confermato che la quotazione a New York dovrebbe avvenire "entro quest'anno", auspicabilmente il 1° ottobre. Ancora una volta, il salvataggio di Chrysler e gli Usa sono visti come la chiave di volta delle strategie presenti e future, anche per Alfa: «Ho bisogno della cassa americana per finanziare l'attività europea", ha puntualizzato l'ad. E alla fine, c'è anche spazio per la rivalità con i tedeschi: "La loro concorrenza sta diventando spietata, anche se alla Fiat ora tutto questo non importa più poiché il nostro gruppo non dipende più dall'Europa. Pensate a tutti i modelli Bmw e pensate anche che tra cinque anni ci sarà una sorella Alfa che li batterà".
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