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Alfa Romeo, nata per la competizione: dalla 24 CV al Gran Premio di Spagna 2023



Le prestazioni e l'adrenalina della competizione sono presenti nella storia di Alfa Romeo fin dalle origini del marchio.

Con la 24 CV, pensata per ottenere la massima velocità massima, o la 24 CV Corsa, pensata per vincere le corse, l'Alfa Romeo si fece strada nel 1910 per dominare i Gran Premi e la Formula 1 nella prima metà del '900.

Lo spirito sportivo continua ad essere molto presente nel DNA di Alfa Romeo, con tratti distintivi come il Quadrifoglio o la sua partecipazione al Campionato del Mondo di F1, che arriva questo fine settimana all'appuntamento annuale con il Circuit de Barcelona-Catalunya. 

Nel 1910 nasce a Milano un nuovo marchio automobilistico: ALFA. Il suo elemento distintivo rispetto alle rivali dovrebbero essere le prestazioni e la sportività. È con questa filosofia che ha sviluppato i suoi primi modelli, come il 24 HP, capace di raggiungere una velocità massima di 100 km/h, o la sua versione da competizione, il 24 HP Corsa, progettato con la vittoria come unico obiettivo. I risultati non si fanno attendere: nel 1913 Nino Franchini ottiene la prima vittoria aziendale al Parma-Poggio di Berceto.


Allo stesso tempo, carrozzieri come Castagna stavano sviluppando concetti come l'aerodinamica con veicoli come l'ALFA 40/60 HP Aerodinamico, in grado di raggiungere i 139 km/h.


Dopo la prima guerra mondiale, che coincide con l'ingresso di un nuovo proprietario, Nicola Romeo, il marchio diventa Alfa Romeo, ma rimane fedele alla sua passione per la velocità e la competizione.


Gli anni '20 e '30 sarebbero stati una vera e propria età dell'oro per il marchio, con l'Alfa Romeo che dominava la categoria principale degli sport motoristici dell'epoca: il Gran Premio. Il “Biccione” è circondato da una squadra di piloti mitici, con leggende come Enzo Ferrari, Antonio Ascari, Tazio Nuvolari o Giulio Masetti e il compianto Ugo Sivocci, nel cui tributo il Quadrifolglio continua a essere dipinto su auto da corsa e più performanti Del marchio. con l'ingegner Vittorio Jano che pone le basi dell'identità Alfa Romeo nel mondo delle competizioni: semplicità strutturale, ricercatezza meccanica e massima potenza. Dalla vittoria di Antonio Ascari nel Gran Premio di Monza del 1924, le vittorie nelle gare più prestigiose del mondo si sono susseguite e hanno accresciuto il prestigio dell'Alfa Romeo.


Queste vittorie non significano che vengano trascurate le categorie di cilindrata minore, come quella delle “voiturette”, per le quali l'ingegner Gioachino Colombo lavora, dal 1938, all'Alfetta. Un progetto che sarebbe stato momentaneamente interrotto dalla seconda guerra mondiale


Dopo aver trascorso la gara nascoste nei fienili, le Alfetta 158 furono riportate allo stabilimento del Portello, accuratamente restaurate e preparate per le corse. E hanno cominciato a vincere subito, ma non tra le voiturette, ma nella categoria Grand Prix. Una pietra miliare che servirà da base per i primi successi dell'Alfa Romeo in Formula 1, il cui primo Campionato del Mondo si disputò nel 1950.


Già nella gara inaugurale l'Alfetta 158 ha monopolizzato il podio. In quella prima stagione il terzetto formato da Farina, Fangio e Fagioli vinse tutti i Gran Premi disputati, salendo dodici volte sul podio e realizzando cinque giri veloci. Nino Farina, che diventa così il primo Campione del Mondo di Formula 1.


La combinazione di velocità, manovrabilità e affidabilità della 158 ne fece l'apice della tecnologia automobilistica dell'epoca. Nel 1951, dopo 17 anni di sviluppo, lo straordinario motore dell'Alfetta aveva raggiunto il suo pieno potenziale. Tuttavia, durante la stagione di F1, i tecnici sono riusciti ancora una volta a ottenere potenza extra e a raggiungere il traguardo dei 450 CV. Grazie a questo ultimo sforzo (e ad alcuni piloti di straordinario talento), la 159 ha trionfato nei GP di Svizzera, Belgio, Francia e Spagna, con undici podi e giri veloci nelle sette gare disputate, chiudendo in bellezza una carriera leggendaria.


Dopo il ritiro come squadra ufficiale di Formula 1, l'Alfa Romeo ha continuato a essere strettamente legata alla classe regina del motorsport, sia come fornitore di motori per vari team, come Brabham negli anni '60 e '70 o tornando come squadra tra il 1976 e il 1985. Dalla stagione 2019 Alfa Romeo gareggia come squadra ufficiale nel FIA Formula 1 World Championship, dopo due stagioni associate allo storico team Sauber. Questo fine settimana sarà presente con la sua monoposto C43 e i suoi piloti Valtteri Bottas e Guanyou Zhou al Gran Premio di Spagna di Formula 1, che si disputa al Circuit de Barcelona-Catalunya dall'1 al 4 giugno.


Il "Biscione" ha vissuto pomeriggi di gloria anche in altre non meno impegnative discipline del motorsport. Negli anni '50 e '60, l'Alfa Romeo Giulietta forgiò gran parte del suo prestigio nei rally, vincendo eventi prestigiosi come il Tour de Córcega (1957), il Rally dei Mille Laghi (1958) o il Rally delle Alpi (1963, 1964 e 1966). .


Anche la categoria Turismo è stata ricca di successi per il marchio, con la GTA che ha dominato il Campionato Europeo della specialità tra il 1966 e il 1969, la GTAm che ha raccolto il testimone nei primi anni '70 e la GTV 6 Alfetta negli anni '80. e Fabrizio Giovanardi e Gabriele Tarquini che aggiungono titoli nei primi anni del 21° secolo. Nel prestigioso DTM, Nicola Narini ha ottenuto 11 vittorie nel 1993, al volante dell'Alfa Romeo 155 V6Ti.

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