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FCA: le piattaforme e i motori


Sviluppare differenti vetture sulla stessa piattaforma porta molti vantaggi e non solo economici. Già oggi sulla ossatura “Compact wide” sono nate Alfa Romeo Giulietta, Fiat Viaggio, Dodge Dart, Chrysler 200 e Jeep Cherokee. Una flessibilità notevole perché si spazia tra una sportiva compatta e una fuoristrada vera. Questo è possibile grazie alla modularità della piattaforma, che può condividere le componenti (come lo sterzo a doppio pignone di Giulietta, Dart e Cherokee) oppure differenziarsi completamente. Se Giulietta e Dart hanno la stessa sospensione posteriore a doppio braccio, la Cherokee si distingue per una struttura multilink più adatta all'uso specifico in off road.    

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Le future piattaforme devono poter variare nelle dimensioni delle carreggiate e del passo, nella portata dell'auto (per i veicoli commerciali), adattarsi al maggior numero possibile di motori e cambi, essere predisposti per la trazione anteriore, posteriore o integrale, avere un'altezza da terra variabile (per SUV e fuoristrada) e poter essere personalizzate sui mercati specifici dove i modelli verranno commercializzati.   

Oggi il gruppo Fiat Chrysler utilizza 18 piattaforme ma con sole quattro realizza il 48% delle sue vetture. Entro quattro anni l'obiettivo è ridurre il numero delle piattaforme a 15 e portare al 70% la produzione basata sulle quattro piattaforme più importanti. Questo permetterà di risparmiare (per lo sviluppo dei modelli e la realizzazione delle fabbriche) ma anche di ridurre i tempi di progettazione e industrializzazione. E con una semplificazione delle fabbriche aumenta la qualità dei prodotti. Un altro effetto importante dell'utilizzo di piattaforme condivise arriva dai risparmi in fase di acquisto della componentistica.

Un altro effetto importante della globalizzazione delle piattaforme porta risparmi in fase di progettazione. Condividere le piattaforme, per le produzioni destinate ai vari mercati, vuol dire standardizzare il lavoro dei centri di ricerca usando le stesse unità di misura (metriche) e gli stessi fornitori esterni. Meno costi e tempi che si accorciano.    

La strategia futura della FCA punta anche alla massima efficienza della meccanica. Nei prossimi 4 anni tutte le componenti meccaniche saranno migliorate: i differenziali saranno più scorrevoli, cambi più efficienti, motori ottimizzati e debutteranno nuove tecnologie per non sprecare carburante. Ma a breve verranno introdotti il recupero dell'energia passiva (anche per il calore disperso dai sistemi di raffreddamento) e l'elettrificazione (ibrido e elettrico puro).    

Uno degli obiettivi è tagliare drasticamente le emissioni di CO2. Prima migliorando l'efficienza delle componenti e poi passando all'utilizzo della tecnologia ibrida per i motori più potenti, anche per i diesel. Ma FCA intende anche spingersi nell'elettrificazione pura per cogliere le opportunità del mercato.   

I futuri modelli FCA adotteranno nuovi cambi automatici a 8 o 9 marce che consentono risparmi fino al 10% rispetto alle precedenti unità a 4 o 6 rapporti. Standardizzare questi cambi abbatterà anche i costi di produzione e progettazione delle trasmissioni. In America e in Asia l'automatico ha ormai soppiantato il cambio tradizionale. In Europa e in America del Sud il cambio manuale resta il più usato, ma le trasmissioni automatiche sono in veloce crescita.

La gamma dei motori verrà razionalizzata con meno unità ma con maggiori applicazioni. Il numero dei cilindri sarà scelto in base all'utilizzo delle vetture. Sulle vetture sportive o le grandi fuoristrada il frazionamento è maggiore, mentre per le vetture che puntano all'efficienza si riducono i cilindri per favorire le percorrenze. Per tutte le unità aumenteranno le tecnologie per migliorare l'efficienza: sovralimentazione moderna con twinturbo, minori attriti alle componenti ausiliarie e maggiore diffusione della distribuzione MultiAIR. Tanta attenzione anche ai diesel, perché sono previsti incrementi nelle vendite in Europa, Asia e America del Sud. Solo negli USA e in Canada le quote destinate al gasolio dovrebbero restare molto basse (6%).    

Nel futuro FCA c'è una progressiva elettrificazione. Si parte con l'introduzione del microibrido (alternatore che fa da avviamento nello stop&start), poi si dovrebbe passare all'ibrido plug-in già nel 2016 per arrivare a delle elettriche pure entro il 2018, se il mercato darà segnali di maggiore richiesta di questa forma di propulsione. Invece non si parla di investimenti nel campo delle fuel cell, giudicata tecnologia troppo costosa anche per la distribuzione dell'idrogeno.

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