Domani, lunedì 13 ottobre 2014, Fiat Chrysler Automobiles (Fca) farà il suo esordio a Wall Street e a Piazza Affari a Milano. Una lunga storia si chiude, un'altra si apre con alcune premesse interessanti. L'ad, Sergio Marchionne, nel 2018 lascerà la guida del gruppo.
Mentre il presidente, John Elkann, ha prospettato la possibilità che la famiglia possa ridurre la sua partecipazione in Fca se dovesse essere funzionale a un rafforzamento del gruppo. Fca intende sedersi al tavolo del consolidamento dell'industria globale dell'auto che potrebbe svilupparsi nei prossimi 5-10 anni. Una razionalizzazione del sistema è infatti inevitabile visto che in Europa c'è ancora una notevole sovraccapacità produttiva.
"C'è la possibilità che nasca un costruttore più grande dell'attuale numero uno Toyota", ha sottolineato Marchionne. "L'industria ne ha bisogno perché è ancora troppo frammentata rispetto al capitale da investire". Tuttavia non sarà il manager italo-canadese a scrivere il prossimo piano industriale del gruppo, passato, grazie a lui, da un conglomerato industriale e finanziario che spaziava dall'energia alle assicurazioni a un gruppo focalizzato sull'automotive.
Quando Marchionne si è insediato a Torino, General Motors preferiva pagare oltre 1,5 miliardi di euro per rinunciare all'acquisto di Fiat Auto, i bilanci erano in rosso da quattro anni con una perdita cumulata di 8 miliardi di euro nonostante 70mila dipendenti in meno, il titolo in borsa era sprofondato sotto i 5 euro e le principali banche avevano promosso un convertendo da 3 miliardi per garantire la sopravvivenza del Lingotto.
La sterzata l'ha data Marchionne, azzardando l'acquisizione nel 2009 di Chrysler. Scommessa riuscita: Fiat è tornata al tavolo dei big dell'auto (è il settimo più grande produttore al mondo) con una sede legale in Olanda, fiscale a Londra, stabilimenti in Italia e in tutti i continenti, ricavi che sfiorano i 90 miliardi di euro (86,8 miliardi nel 2013) e da lunedì la quotazione anche a Wall Street.
Il cerchio si è chiuso venerdì con il via libera dalla Consob alla pubblicazione del documento informativo per la quotazione delle azioni ordinarie di Fiat Chrysler Automobile sul mercato telematico azionario. Anche l'Autorità olandese per i mercati finanziari ha completato il suo esame del documento informativo.
Il documento sarà pubblicato sul sito web di Fiat (www.fiatspa.com) il oggi 12 ottobre e, successivamente al completamento della fusione, sul sito web di Fca. La fusione avrà effetto oggi 12 ottobre e le azioni ordinarie di Fca saranno quindi negoziate lunedì 13 ottobre 2014 sul Nyse alle 9.30 locale a New York e alle 15.45 sul Mta, come comunicato da Borsa Italiana.
Forse Marchionne non ha scelto la giornata ideale per lo sbarco a Wall Street visto che lunedì è il Colombus Day. Quindi i mercati obbligazionari americani resteranno chiusi così come banche e uffici pubblici. E comunque Standard & Poor's è già stata chiara: la quotazione a New York non cambierà il rating di Fiat (BB-).
Sarà più importante capire quando Fiat riuscirà ad accedere alla liquidità di Chrysler. Attualmente il gruppo prevede di rifinanziare le obbligazioni Chrysler nel 2016, una mossa che gli consentirà di attingere a tutta la cassa di Chrysler, un tesoretto che alla fine di giugno era pari a 13,3 miliardi dollari.
In attesa, inoltre, di vedere se Fiat, dopo aver deciso di non collocare in borsa buona parte delle azioni rivenienti dal recesso della fusione in Fca, venderà azioni a Wall Street (fino al 7,1% del capitale), gli analisti restano convinti che il gruppo abbia bisogno di capitale. Alcuni hanno suggerito che potrebbe rastrellare 1,5-2 miliardi di euro con la vendita di debito, azioni o entrambi entro la fine dell'anno.
All'inizio di quest'anno Marchionne ha detto che avrebbe preso in considerazione l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile dopo la quotazione negli Stati Uniti, operazione che
permetterà al gruppo un più facile accesso al mercato dei capitali. Una decisione in merito sarà presa dal consiglio di amministrazione del 29 ottobre che si riunirà per la prima volta nei nuovi uffici di Londra.
Torino rimane la sede FCA dell'area Europa, Africa e Medio Oriente, e tutti gli stabilimenti e le attività in Italia rimarranno attive, anzi sono in corso grandi investimenti FCA nel nostro Paese.
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