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Nasce Abarth Classiche: l'officina dedicata al restauro delle Abarth storiche



Nasce Abarth Classiche, un progetto a lungo raggio che coinvolge l'intero universo del marchio dello Scorpione. L'iniziativa si articola infatti su più punti, a cominciare dall'atelier di restauro che viene inaugurato oggi, 18 novembre, presso le Officine Abarth di Mirafiori, a Torino.


Nel cuore pulsante dell'attività di elaborazione dei modelli di serie e del racing, è stato allestito uno spazio di circa 900 metri quadri per l'officina dedicata al restauro delle Abarth storiche dei clienti. Verranno effettuati restauri accurati e fedeli, grazie anche alla  documentazione che è stata recentemente catalogata e digitalizzata e che comprende i disegni tecnici, indispensabili per mantenere la conformità rispetto all'originale e ottenere la certificazione di autenticità dei componenti meccanici (motore, cambio, scarico e sospensioni), per la quale Abarth si è avvalsa dei consigli e dell'esperienza in questo campo dell' ASI  e della FIVA per la definizione della propria procedura di certificazione.

L'inaugurazione delle Officine Abarth Classiche è l'inizio di un progetto più ampio che prevede la creazione del Registro Abarth, con lo scopo di radunare tutti gli appassionati del marchio con una serie di attività che spaziano dalla partecipazione ai raduni alle corse per auto storiche, nelle quali sarà l'Automobile Club d'Italia, attraverso Aci Storico, a gestire gli eventi. Il progetto di Abarth Classiche è anche online sul sito www.abarthclassiche.com.

Madrina delle iniziative Anneliese Abarth, la moglie di Carlo, che ha accettato con entusiasmo questo ruolo per far conoscere la lunga storia dell'azienda fondata dal marito il 15 novembre  1949. Una storia importante, contrassegnata sin dal suo inizio da tanti successi e da tanta inventiva. A cominciare dalla vittoria nel Campionato Italiano 1100 Sport con la 204A e nella Formula2, per passare poi al grande riscontro commerciale dei kit di elaborazione per utilitarie Fiat 500 e 600, che hanno consentito a molti giovani e meno giovani di cimentarsi con successo nelle competizioni usando l'auto di tutti i giorni.

Sono decine i modelli elaborati e costruiti da Abarth dal 1949 al 1971, anno nel quale l'azienda è stata acquisita da Fiat, che ne ha proseguito i successi sia in campo sportivo sia in quello commerciale, con le utilitarie potenziate come la Autobianchi A112 Abarth.

Si tratta di vetture che hanno molti estimatori in Italia e all'estero, con schiere di appassionati che le custodiscono con estrema dedizione. Da oggi questi modelli possono ritrovare il riscontro alla loro originalità grazie alle Officine Abarth Classiche, che potrà rilasciare ai clienti un dossier con tutte le informazioni relative alle vetture restaurate o ripristinate.

La storia del marchio Abarth viene inoltre raccontata in un'opera composta da tre volumi scritta da Sergio Seccatore dal titolo "Abarth: the Scorpion's tale", realizzata dal Registro Fiat Italiano.
Anche attraverso i modelli attuali Abarth fa riferimento alla propria storia, come testimonia la 695 Biposto Record, costruita in serie limitata di 133 esemplari: tanti quanti sono stati i record ottenuti dalle vetture dello Scorpione. L'anniversario del record di accelerazione sul quarto di miglio datato 20 ottobre 1965, invece, è stato celebrato con l'esordio in pista, sul circuito del Mugello e nell'ambito del Campionato Italiano Turismo Endurance, dell'Abarth 695 Assetto Corse Record.

Le Officine Abarth Classiche sorgono all'interno del complesso industriale di Mirafiori, nell'area delle Officine Abarth. Occupano una superficie di circa 900 metri quadrati e sono attrezzate con due ponti sollevatori, macchinari utensili e una linea di finitura accuratissima. La definizione dei flussi interni di officina e la selezione delle attrezzature è avvenuta  in collaborazione con gli specialisti di Mopar, brand di riferimento per i servizi, il Customer Care, i ricambi originali e gli accessori di FCA.

Particolare cura viene dedicata alla ricerca dei dettagli, con macchinari in grado di ricostruire i particolari che non si possono trovare in commercio, secondo i disegni originali. Inoltre, ogni fase del restauro viene ripresa fotograficamente, in modo da fornire al cliente una documentazione completa dei lavori eseguiti.
In linea generale, il possessore di una vettura Abarth di interesse storico può prenotare una visita preventiva del veicolo, collegandosi al sito www.abarthclassiche.com  e compilando l'apposito modulo online, oppure chiamando il numero verde Abarth gestito dal Customer Service Centre di FCA. 

In caso di necessità potrà richiedere un servizio di trasporto dedicato per la sua vettura: un operatore specializzato andrà a ritirare la vettura direttamente dove il Cliente desidera e la porterà presso le Officine Abarth Classiche.

La diagnosi preliminare consente di individuare l'esatta datazione storica del modello e di identificare gli interventi da effettuare sulla vettura, avvalendosi, in caso di necessità, della documentazione dell'archivio storico. Viene formulato un preventivo di massima, prima dell'inizio dei lavori, e le vetture sono restaurate seguendo le nove fasi del processo di restauro Abarth: dalla ricerca storica alla delibera della vettura.  Il cliente è poi costantemente informato sull'avanzamento delle operazioni, al termine delle quale la vettura riceve una certificazione con un dossier molto completo contenente tutti i particolari del modello e i dettagli del restauro.  

In tema di certificazione, Abarth, grazie anche al supporto dell'ASI, ha sviluppato un proprio processo di Certificazione che riguarderà principalmente i componenti meccanici delle classiche Abarth - motore, cambio, scarico e sospensioni - vale a dire le parti che distinguono più autenticamente un prodotto Abarth.

Superati i controlli sulle vetture, ai clienti, viene consegnato l'attestato di Certificazione Componenti Meccanici Abarth,  la placca di certificazione e il relativo libretto di certificazione contenente tutta la documentazione tecnica e fotografica della certificazione svolta nelle nostre Officine.

Abarth Classiche restaura tutte le vetture a marchio Abarth sia stradali sia da competizione, comprese quelle marchiate Lancia che hanno corso in seguito allo sviluppo e all'elaborazione effettuate dai tecnici Abarth. Rientrano pertanto in questo elenco tutte le auto prodotte dagli anni Cinquanta in poi. Le Cisitalia 204, la Abarth "1500" su base della Fiat 1400, i prototipi carrozzati da Ghia, la Abarth "2000" su base Alfa Romeo 1900 Sprint per poi arrivare alle popolari Fiat 600 e 750 derivazione Abarth, la  500 derivazione Abarth e le 750 Abarth carrozzate da Zagato, le famose "doppia gobba".

 Per quanto riguarda gli anni Sessanta, spiccano le 850 e 1000 TC, le piccole Abarth 595 e 695 anche nelle varianti "SS" e "Assetto Corsa", le 750 Zagato "Record Monza" e le grandi 2200 e 2400. Non mancano le sportivissime Abarth "1000 Bialbero", le Abarth-Simca "1600 GT" e "2000 GT", le Fiat Abarth 2300 S coupè, le 850 OT e 1000 OT, sino alla "mostruosa" OT 1600. All'elenco vanno aggiunte le OT 2000, la OT 1300 "Periscopio", le "2000 Monoposto Record", le OT 1000 Coupè, le 1000 OTS e la OT 2000.

Gli anni Settanta sono caratterizzati dalla Fiat 124, dalla Fiat 131, dalle Autobianchi A112 elaborate da Abarth, 58 e 70 HP,  e dalle incredibili 3000 Prototipo, le monoposto e le biposto che corsero e vinsero moltissime competizioni.  Ma la storia dello Scorpione non si ferma qui: non vanno infatti dimenticate le Lancia Rally (037), Delta S4 e tutte le versioni integrali della Delta, oltre ai modelli utilizzati nei trofei monomarca Fiat: Uno 70S, Uno Turbo a iniezione elettronica, Fiat Cinquecento 900 e Sporting Kit.

In occasione dell'inaugurazione delle Officine Abarth Classiche è stato inoltre annunciata la creazione del Registro Abarth, legato al Registro Fiat Italiano, che coordinerà tutte le attività di un club dinamico e dal respiro internazionale, attraverso la partecipazione a molti eventi del settore, che si divideranno in quattro filoni principali: fiere espositive, eventi culturali, raduni e competizioni. La segreteria è la stessa del Registro Fiat Italiano, con il quale è avviata una sinergia che porterà allo sviluppo di nuove iniziative.

Le competizioni fanno parte del DNA di Abarth e sono molte le auto storiche dello Scorpione che vi partecipano, in particolare in circuito e in salita. Dalle diffuse Abarth 850 TC, 1000 TC, alle bicilindriche 595 e 695 Assetto Corsa e "esseesse", per proseguire nelle categorie Gt con le innumerevoli versioni di berlinette carrozzate da Zagato, passando poi a vetture più potenti, come le sport prototipo, nelle diverse cilindrate. Tutte queste automobili spiccano nel loro "habitat naturale" delle piste e delle cronoscalate e riscuotono l'ammirazione del pubblico.

Anche nei rally si contano partecipazioni significative, vista la grande tradizione di successi in questa specialità. Non è raro vedere ancora oggi le Fiat Abarth 131 Rally o le Fiat Abarth 124 Rally competere con successo nelle prove speciali degli appuntamenti più blasonati. Numerosissime le Autobianchi A112 Abarth che, dal 1977 al 1984, sono state protagoniste del celebre campionato monomarca e che ancora oggi si presentano in massa alle principali competizioni.

Nell'ambito di un contesto già vivace, verranno studiate nuove iniziative con la collaborazione di ACI Storico per incentivare e organizzare i piloti delle vetture Abarth storiche, proponendo un significativo legame con l'attualità dei trofei Abarth in pista.

Uno degli aspetti più coinvolgenti per gli appassionati è la partecipazione ai raduni di marca. Si tratta di momenti di piacevole confronto tra persone unite dalla stessa passione, e permettono di utilizzare e mostrare al pubblico la propria vettura. Abarth Classiche organizzerà direttamente attraverso il proprio registro alcuni eventi, per consolidare la passione e richiamare nuovi collezionisti del marchio. I raduni saranno organizzati a livello internazionale, per legare e riunire i fan dello Scorpione di tutto il mondo.

Attualmente Abarth Classiche gestisce alcune vetture appartenenti alla Collezione Fiat-Lancia. Si tratta di automobili dal grande "pedigree" sportivo: una Fiat Abarth 124 Rally ufficiale del 1974, una Fiat Abarth 131 Rally del 1976 con i colori Alitalia, e la Lancia Rally (037), ultimo esemplare costruito in Abarth nel 1984 con i colori Martini.

Fanno inoltre parte di Abarth Classiche anche tre prototipi da record: la monoposto condotta dallo stesso Carlo Abarth alla conquista del record di accelerazione sui 400 e 500 metri nel 1965 e due berlinette monoposto carrozzate da Bertone e Pininfarina. Sono automobili che rappresentano la storia dello Scorpione e che prenderanno parte ad alcuni degli eventi più prestigiosi del calendario internazionale.

Esistono storie di successo, di vittorie e di gloria. Storie romantiche, fatte di passione, amore e follia. Storie che entrano nel mito, come quella di Carlo Abarth. Chi ha avuto il piacere e l'onore di conoscerlo parla di lui come di un "sognatore con i piedi ben piantati in terra": un ossimoro che trova giustificazione nella sua vicenda personale, in quella di sportivo prima e di imprenditore poi. Appassionato di corse sin dalla gioventù, a partire dagli anni Cinquanta Abarth affiancò la produzione di parti speciali e l'elaborazione prestazionale alle attività sportive. La sua grande intuizione fu quella di offrire alla gente la possibilità di vivere quotidianamente la passione per l'auto e le corse, rendendo straordinari prodotti che nascevano normali e facendo diventare le persone comuni, piloti ogni giorno. Grazie ad Abarth l'auto sportiva divenne un sogno realizzabile, non più per una ristretta élite, ma da chiunque lo desiderasse. A tutti gli effetti Carlo Abarth può essere considerato l'inventore del concetto di elaborazione in campo automobilistico.

Questa attività gli permise di dare il via a un'avventura di grandi successi sportivi e industriali, la cui eco è arrivata sorprendentemente forte fino a noi. Ancora oggi, a distanza di oltre un secolo dalla nascita del suo fondatore, il marchio Abarth è conosciuto in ogni angolo del pianeta.

Velocità, prestazioni, adrenalina: per gli appassionati di motori, lo Scorpione sarà per sempre simbolo di imprese epiche. Fra le tante, spicca l'impresa personale di Carlo Abarth che, nel 1965 a 57 anni compiuti, perse oltre 30 kg per entrare nell'abitacolo della Fiat Abarth 1000 Monoposto Record e abbattere i primati di accelerazione sul quarto di miglio e sui 500 metri. Oppure, la "Fiat Abarth 1000 Pininfarina",  oggi accuratamente conservata, il cui ricordo è legato ai setti record infranti sul circuito di Monza da 9 piloti che hanno corso nel settembre del 1960 per tre giorni di fila.

In sintesi, scrivere di Abarth significa scrivere di passione. Ed è proprio la passione per il marchio a unire persone di ogni status sociale e di tutte le età. Soprattutto l'incoraggiamento dei giovani, che oggi possono condividere nuovamente anche l'emozione di guidare una Abarth sulle strade di tutti i giorni, è stato uno dei motivi forti che ha spinto il brand a riproporre in chiave attuale il glorioso passato Abarth, un'eredità storica da non stravolgere.

Le vittorie e i record infranti, le innovazioni e le idee originali e a volte un po' folli dell'Abarth di allora sono il patrimonio culturale dell'Abarth di oggi, e ne costituiscono la principale ricchezza. Sono la storia degli uomini e delle donne che hanno contribuito al successo del marchio, una storia da raccontare e che finalmente trova spazio nell'opera "Abarth: il racconto dello Scorpione", scritta da Sergio Seccatore e realizzata dal Registro Fiat Italiano.

Anneliese Abarth, per lunghi anni accanto al geniale costruttore d'auto e fondatore del brand, continua oggi a rappresentare lo Scorpione nel segno di un profondissimo rapporto personale e professionale.

Da sempre appassionata di motori, la signora Anneliese, attualmente presidente della Carlo Abarth Foundation, è stata accanto al geniale fondatore del marchio sino al giorno della sua scomparsa . Raccoglie, quindi, un ideale testimone nel segno della continuità e in nome di un rapporto lungo e profondo che ha caratterizzato le vite dei due coniugi.

Per questo motivo, Anneliese Abarth è oggi brand ambassador e, attraverso la sua partecipazione alle numerose attività dello Scorpione, rappresenta il marchio ai numerosi eventi per auto d'epoca e agli incontri internazionali dei diversi club. Nessuno meglio di lei, che ha vissuto in prima persona la storia di Abarth, può esprimere ciò che il fondatore concretizzava attraverso le performance delle sue vetture. Carlo e Anneliese Abarth si conobbero all'inizio degli anni Sessanta e vissero un rapporto in cui la vita personale e quella professionale si intrecciavano di continuo, in perfetta armonia. I due erano accanto in ogni occasione importante, e Anneliese partecipava con grande trasporto emotivo ai collaudi e alle corse. Divenne, inoltre, la musa di Carlo Abarth e un'icona di stile per le sue creazioni.

Oggi il mito Abarth continua a vivere nel cuore di ogni appassionato attraverso una gamma che esprime sportività senza compromessi grazie a un continuo progresso tecnico, come dimostrano ad esempio le ultime nate 595 Yamaha Factory Racing e 695 Biposto Record. La prima rende omaggio alla prestigiosa partnership tra il marchio dello Scorpione e il Team Movistar Yamaha. Da sempre sinonimo di "racing" nel comparto automobilistico, infatti, per il biennio 2015 e 2016 Abarth è Official Sponsor e Official Car Supplier del team impegnato nel Campionato mondiale FIM MotoGP (quest'anno ha conquistato i tre titoli in palio: Piloti, Costruttori e Team).

La 695 Biposto Record è la versione che celebra il 50esimo anniversario del record di accelerazione con una vettura di classe G ottenuto da Carlo Abarth nel 1965 presso l'Autodromo di Monza. È caratterizzata da un'esclusiva livrea "Giallo Modena" con finiture in "Tar Cold Grey" e badge "695 Record" smaltato sulla fiancata. Le prestazioni sono garantite dal differenziale autobloccante meccanico abbinato, per la prima volta, al cambio con cinque marce. La combinazione perfetta tra performance, handmade e cura dei dettagli, così come l'attività costante di Anneliese Abarth in termini di promozione del brand, alimentano l'entusiasmo di tutti gli appassionati e tiene vivo il ricordo del fondatore.

Dietro a un marchio entrato nel mito c'è soprattutto l'opera di un vero genio dei motori. Carlo Abarth, nato a Vienna nel 1908, è stato l'artefice di un successo quasi senza precedenti nel campo dell'automobilismo sportivo, frutto di una dedizione assoluta al mondo dei motori e a un talento, una passione e un gusto per l'innovazione davvero prodigiosi. 

Uno dei capitoli principali della storia del marchio è quello che lo lega al brand Fiat, in un rapporto solido e sempre proficuo. Tuttavia, la storia di Carlo Abarth non inizia con le automobili ma con le motociclette: infatti, a vent'anni coglie già i primi successi in sella a una Motor Thun mentre l'anno successivo costruisce la sua prima moto personalizzata con il marchio Abarth. Purtroppo, durante una competizione a Linz, un grave incidente lo costringe ad abbandonare le moto, ma non ad abbandonare la voglia di sfidare sé stesso e i propri limiti: continua a gareggiare con i sidecar, mezzo che proprio lui porta all'apice della fama grazie a imprese come la sfida con il treno Oriente Express, naturalmente vinta. È un secondo grave incidente nel 1939 a obbligarlo ad abbandonare le competizioni. 

Iniziano qui la seconda vita di Carlo Abarth e il mito vero e proprio. Nel 1945 si trasferisce a Merano e diventa cittadino italiano a tutti gli effetti. Poi, dopo una breve esperienza in Cisitalia, nel 1949 fonda la Abarth &C. La prima vettura prodotta fu una 204 A Roadster, derivata da una Fiat 1100, che vinse immediatamente il campionato italiano 1100 sport e quello di formula 2. 

Contemporaneamente, Abarth ha l'intuizione geniale di affiancare all'attività corse l'attenzione per il grande pubblico, e inizia a realizzare i famosi kit di elaborazione per vetture di serie che aumentano potenza, velocità massima e accelerazione. Elementi di spicco nei kit sono le marmitte di scarico che, nel corso degli anni, diventano una vera propria icona dello "stile Abarth". Grazie all'esperienza appresa anni prima sulle moto, le marmitte Abarth sono un prodotto tecnologicamente all'avanguardia. I primi prototipi prevedono un tubo centrale di sezione costante e passaggi laterali nella lana di vetro, e l'eliminazione di tutti i diaframmi per contenere al massimo la compressione dei gas. Un sistema semplice ma innovativo, che dà ai suoi prodotti un chiaro vantaggio prestazionale e un inconfondibile rumore sordo e pieno. In pochi anni l'Abarth & C. raggiunge livelli globali: nel 1962 produce, con uno staff di 375 persone, 257.000 marmitte, delle quali il 65% è destinato all'esportazione.

Sono due gli elementi di fondamentale importanza che determinano il successo dei componenti e dei kit Abarth: un'abile campagna pubblicitaria e l'attività corse. Infatti, Carlo Abarth introduce tecniche di marketing e comunicazione ancora oggi attuali. Basti dire che per convincere gli automobilisti a rimuovere la marmitta di serie e a installarne una Abarth, escogita un'abile campagna pubblicitaria, incentrata su un'elegante presentazione del prodotto. Reclamizzata con linguaggio nuovo e rivoluzionario sulle maggiori testate giornalistiche, la marmitta viene presentata in versione nero opaco e terminali cromati, e offerta ad un prezzo di gran lunga superiore rispetto a quello della concorrenza (4.500 lire contro un massimo di 2.000 lire). I suoi collaboratori, inizialmente scettici nei confronti della strategia, dovettero prontamente ricredersi: il successo è immediato e straordinario. Le prime 50 unità sono realizzate per la Fiat "Topolino".

L'ascesa del marchio nell'immaginario degli appassionati di motori è incessante, e con il trascorrere del tempo diventa eccezionale, toccando il proprio apice alla fine degli anni Cinquanta e lungo tutti gli anni Sessanta. Carlo Abarth costruisce il mito dello Scorpione con una dedizione assoluta e un'attività quasi frenetica, nella quale si intravedono le caratteristiche del genio. Le tappe di questo exploit continuo, di questa storia di successo quasi senza paragoni, si susseguono secondo un ritmo che lascia sbalorditi ancora oggi. Una lunga marcia a suon di record, trionfi, intuizioni epocali che cambiano il modo di vivere le auto sportive.

Con una Fiat Abarth 750 carrozzata Bertone nel 1956, il marchio firma un primato di durata e velocità: il 18 giugno, sulla pista di Monza, batte il record delle 24 ore dove copre 3.743 km a una velocità media di 155 km/h. Poi, dal 27 al 29 giugno, sullo stesso circuito lombardo, inanella numerosi record: i 5.000 e i 10.000 km, le 5.000 miglia e anche le 48 e le 72 ore. Il successo ebbe un risalto internazionale: addirittura l'autorevole giornale tedesco "Das Auto Moto Und Sport" nel n°15 del 21 luglio del 1956 dedica la copertina alla Abarth 750. La medesima vettura fu carrozzata Zagato in due versioni differenti: la Fiat Abarth 750 Zagato (1956) e la Fiat Abarth 750 GT Zagato (1956). L'11 ed il 12 maggio del 1957, alla 24esima Mille Miglia, erano presenti ben 20 vetture dello Scorpione nella classe 750, e di queste ben 16 terminarono la gara.

Il "rombo" di questa straordinaria vettura raggiunge persino gli Stati Uniti: Franklin Delano Roosevelt Jr., figlio del presidente degli USA, si precipita in Italia per siglare personalmente con Carlo Abarth un accordo di esclusiva per la distribuzione di queste automobili. Nel 1958 Abarth compie un vero e proprio capolavoro sulla nuova Fiat 500, trasformando completamente la piccola utilitaria ed esaltandone al massimo le potenzialità. Nello stesso anno diventa sempre più stretta la partnership con Fiat, che si impegna a riconoscere premi in denaro alla Abarth in base al numero di vittorie e record che la scuderia sarebbe riuscita a realizzare. Un evento che sta alla base dell'impressionante palmares a venire: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10.000 vittorie su pista. 

Il mito cresce sempre più, entrando persino nel linguaggio comune. Gli anni 60 sono il decennio d'oro di Abarth. Dire "Abarth" significava dire "velocità", "coraggio", "prestazione", "elaborazione". Ed è davvero lungo l'elenco delle vetture che hanno scolpito il nome Abarth nella storia dell'automobilismo: dalla 850 TC, che vinse su tutti i circuiti internazionali compreso il Nurbrugring, alla Fiat Abarth "1000 Berlina" fino alla 2300 S, che sul circuito di Monza infila una straordinaria serie di record nonostante condizioni atmosferiche proibitive. 

Dal 1971 la Abarth diventa a tutti gli effetti di proprietà di Fiat Auto, e l'ultima vettura alla cui realizzazione partecipa attivamente il fondatore del marchio è la A112 Abarth. E nel corso degli anni 80 la storia prosegue con vetture celebri quali la Fiat 131 Abarth campione del mondo di rally e la Ritmo Abarth.
Carlo Abarth si era tuttavia spento il 24 ottobre 1979, sotto lo stesso segno della nascita: quello dello scorpione.

All'interno delle Officine Abarth è stato ricostruito l'ufficio di Carlo Abarth utilizzando l'arredamento della sede storica. Un luogo suggestivo, dove non mancano elementi caratterizzanti come i suoi occhiali e il cestino di mele. Il fondatore della Casa dello Scorpione seguì una ferrea dieta basata sulle mele, frutto che gli ricordava la natia Austria, per perdere il peso necessario a entrare nell'abitacolo della monoposto con cui batté personalmente il record di accelerazione sul quarto di miglio nel 1965.

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L’erede di Giulia e 1750 prende il nome delle vincenti F1 degli anni ’50 soprannominate Alfetta. È una berlina sportiva che rispecchia le linee degli anni ’70 piuttosto squadrate, prive di nervature con la coda alta e un ampio e luminoso abitacolo. Presentata nel 1972 con la caratteristica calandra Alfa con quattro fari tondi viene, due anni dopo, affiancata dall’aerodinamica e affascinante Alfetta GT disegnata da Giugiaro. Sono gli anni della crisi petrolifera ma le Alfa non perdono grinta e vincono ancora per la gioia dell’affezionato pubblico. Le Alfetta GTV V6 2.5 dominano, dal 1982 all’85, il Campionato Europeo Turismo, conquistando anche il Campionato britannico e francese oltre ad essere spesso impiegate anche nei rally e nelle corse in salita. Dopo oltre 475.000 esemplari termina nel ’84 la produzione della berlina, mentre saranno oltre 137mila le GT e GTV prodotte fino al 1985.

Fiat Panda 30 (1980)

Nel 1980 - con la collaborazione del team di Giorgetto Giugiaro - Fiat cura la progettazione di una vettura che sostituisca 126 e 127. Nasce così la Panda, in due versioni: la 30 con l’evoluzione del motore della 126 e la 45 con quello della 127. Utilitaria essenziale e squadrata, è capace in soli 3,38 metri di ospitare 5 persone: compatta fuori ma grande dentro. Paraurti avvolgenti, alta fascia protettiva, ampia superficie vetrata, estremamente funzionale in ogni dettaglio, persino nel divano posteriore che si trasforma in letto, culla o amaca.  Nell’82 s'impreziosisce con la versione Super e nell’83 compare l’inarrestabile 4x4, capace di arrampicarsi ovunque. Dopo 1 milione e mezzo di Panda vendute si rinnova il parco motori, con due unità della famiglia Fire: il mille della Uno e un 769 cm3 - affiancati da un 1,3 diesel. Il successo della 1a serie dura oltre vent’anni, fino alla nascita nel 2003 della 2a e nel 2012 della  3a.