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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Carlos Tavares torna a lanciare l’allarme sulle conseguenze della mobilità elettrica



Carlos Tavares torna a lanciare l’allarme sulle conseguenze della mobilità elettrica. "Se i veicoli elettrici costano e saranno elitari, la classe media non potrà accedervi e avremo un problema di stabilità sociale. Per inciso, se non otteniamo volumi sufficienti, non avremo nemmeno un impatto positivo sul pianeta", spiega l’amministratore delegato di Stellantis.

Tavares rimarca la possibilità che anche le elettriche vengano escluse dalla circolazione nelle aree urbane. "Quando avremo solo auto pulite, sicure e convenienti, si continuerà a fare pressioni sull'automobile?", si chiede il manager, facendo riferimento ai sempre più frequenti blocchi alla circolazione. "Siamo qui per proporre soluzioni, a patto che la società accetti che la libertà di movimento individuale, familiare e professionale rimanga un asse fondamentale del nostro stile di vita. Perché questo tema sia dibattuto, creeremo un forum per la libertà di movimento", annuncia poi il numero uno di Stellantis.

Il manager torna a dimostrare le sue preoccupazioni per la concorrenza cinese in Europa, in particolare sul mercato delle elettriche: “La Cina sta attaccando il mercato con prezzi molto bassi, forse sovvenzionati, ma questo è un altro argomento". D’altro canto, l’Europa ha anche “aperto una porta" alle esportazioni cinesi e ora il Vecchio continente è "sottoposto a forti pressioni" che probabilmente costringeranno i produttori europei "a ridurre i loro costi in modo significativo". Tale contesto spiega le ragioni della fusione tra Fiat Chrysler e PSA e della nascita di Stellantis e l'obiettivo di "beneficiare di un effetto di scala sulla riduzione dei costi e, in definitiva, evitare danni sociali. Se non sei competitivo con i produttori cinesi, devi fare qualcosa: o vendi più caro, ma perdi quote di mercato e il tuo business diventa troppo grande; oppure vendi al prezzo imposto dalla concorrenza, ma rischiando di finire in rosso e di essere costretto a ristrutturare".


Il manager non intende comunque tornare indietro sui passi finora compiuti per abbracciare la mobilità del futuro (ciò che vuole la politica Europea) e punta le attenzioni su un problema ben più ampio, che travalica qualsiasi considerazione sulle strategie di elettrificazione: il ruolo dell’auto nella società civile, in particolare di quella francese, dove le quattro ruote hanno ormai perso il loro fascino e hanno un’immagine sempre più negativa. "Perchè abbiamo così tanti francesi innamorati delle loro auto in un Paese fondamentalmente 'autofobico'?", si chiede Tavares, rispondendo a una domanda sulle presenze attese per l'imminente Salone di Parigi. Il dirigente è convinto che le città progettate secoli o decenni fa non si adattino all'esplosione della mobilità urbana. "Alcune persone hanno iniziato a provare antipatia per le automobili. Se le persone iniziano a odiare l'auto, il 'gioco è finito.

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