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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Futuro Ferrari

Marchionne, che fuori dal palazzo ha parcheggiato LaFerrari, annuncia l'uscita di un nuovo modello l'anno per i prossimi cinque.
"Sono anni che cercate di sparare un valore commerciale della Ferrari, ora vi dico io quanto vale. Una valutazione base è un multiplo di 9 del nostro fatturato annuale. Non intendiamo produrre più di 7.000 vetture l'anno al momento, ma stiamo esaminando la possibilità di portare il volume a 10.000 e a questo volume il valore dell'azienda supera il miliardo di euro, ma voglio che una cosa sia chiara: la Ferrari non è in vendita e non lo sarà. Vi parlo del suo valore della Ferrari perché è fondamentale nella valutazione del Gruppo FCA. Anche se non decideremo mai di monetizzarla, è un gioiello che è parte integrale della nostra corona".

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