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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Dichiarazioni di Marchionne su Arese e De Tomaso


Sergio Marchionne: "Sono sempre stato categorico su Arese. Non è un sito industriale. Abbiamo chiuso l'impianto anni fa e ora riapriamo il Museo, dove il 24 giugno presenteremo il nuovo modello Alfa", sottolineando, in risposta sull'ipotesi di un coinvolgimento di Fca in De
Tomaso, che il gruppo ha "già la capacità sufficiente a Mirafiori, aggiungerne altre sarebbe negativo". 

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