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Olivier Francois, capo del marchio Fiat a livello mondiale, in un intervista alla rivista Auto, spiega le due anime di Fiat.
Fiat funzionale:
“Per quel tipo di pubblico Fiat è la macchina comoda, pratica, generosa, ideale per la famiglia, che non costa troppo né all’acquisto, né in manutenzione. Funzionalità accessibile, per riassumerla con una frase. Come la Tipo. Come la Panda, che è completamente diversa dalla Tipo ma propone gli stessi concetti di funzionalità. E com’era anche la Freemont, un’automobile che, benché di origine Chrysler, aveva un eccellente rapporto funzionalità/prezzo, perfettamente in linea con le caratteristiche Fiat”.
Fiat emozionale:
“Quei clienti ricercano la tradizione Fiat di quella particolare emozionalità tutta italiana. Noi sappiamo fare auto di piccole dimensioni, bellissime, curate nei particolari, con un contenuto emozionale maggiore rispetto alle solite giapponesi, coreane, tedesche e anche francesi. Questo è il motivo per cui la 500, per esempio, ha sempre vinto su tutti i tentativi che sono stati fatti dagli avversari di imitarla. Quindi Fiat è l’uno e l’altro. Ed è questo doppio volto che rende Fiat diverso da altri marchi. I nostri rivali, per coprire queste due personalità diverse dell’automobile, funzionale oppure emozionale, spesso devono usare marchi diversi. Come ha provato per esempio a fare Citroen sdoppiando DS. A Fiat non serve perché è l’una e l’altra”.
E su 124...
"La 124 è un’altra macchina emozionale della tradizione Fiat, come la 500. La riconosci immediatamente come massima espressione dell ’italianità. La 124 è una macchina iconica. Ma pochi sanno che era più diffusa in America che in Europa. Delle duecentomila Fiat 124 Spider costruite negli anni Settanta, oltre 170mila sono state vendute nel Nord America, dove è stata davvero un’icona. Perciò era importante con lei ripercorrere la tradizione. Se c’era un allineamento che ci avrebbe permesso di partire dalla base giapponese per riproporre in modo credibile e legittimo le caratteristiche di una vera Fiat, allora si poteva fare. Così ci siamo chiesti: cosa caratterizzava la 124 del 1966? Lo stile certamente sì, e l’abbiamo rievocato bene, in modo coerente col passato. Poi la trazione posteriore: la 124 del passato l ’aveva, ci serviva quella, e l ’accordo con Mazda ci ha permesso di disporre di una meccanica a trazione posteriore. Poi abbiamo lavorato sui motori, che sono totalmente italiani, nostri, e riproducono il piacere di guida che c’era sulla Spider del 1966. E così è rinata la 124”.
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