Una "Matita d'Oro" per il design quest'anno è andata alla memoria dello stilista recentemente scomparso. Nato a Detroit, si era trasferito da giovane a Torino, dove aveva lavorato fra gli altri per Ghia, Pininfarina e Fiat. Fra i suoi capolavori la 124 Spider.
Torino è la capitale mondiale del design automobilistico. E il Museo dell'Automobile della città ha premiato gli stilisti che hanno lasciato un segno importante nell'evoluzione della carrozzeria.
Quest'anno i riconoscimenti erano cinque. Giorgetto Giugiaro, Marcello Gandini e Leonardo Fioravanti hanno ricevuto dalle mani di Aldo Brovarone (papà di splendide vetture come la Dino Ferrari) il premio "Design senza tempo". La "Matita d'Oro" - vero e proprio Oscar alla carriera - è andata a Ercole Spada, lo stilista che ha tracciato le linee di alcune fra le più importanti sportive della carrozzeria Zagato, tra cui le Alfa Romeo Giulietta e Giulia, e alla memoria di Tom Tjaarda, designer americano recentemente scomparso. L'unico non italiano. Almeno di passaporto, perché l'architetto nato a Detroit e figlio d'arte approdò poco dopo la laurea a Torino, sposò una torinese e lavorò soprattutto in riva al Po, tornando di tanto in tanto negli Stati Uniti.
Maverick è la parola usata dai cowboy per indicare un animale nato in libertà, non marchiato. Nel linguaggio comune il termine è usato per indicare una persona dal carattere indipendente. A volte un po' ribelle. E Tjaarda era un maverick. Nella sua vita professionale Tjaarda ha lavorato per Ghia, Pininfarina, Ital Styling (poi diventata Italdesign), Fiat, Fissore. Fino ad aprire un suo studio.
Americano di nascita, ma europeo di cultura, Tjaarda aveva una grande passione per l'arte e l'architettura classica. Intese soprattutto come studio delle proporzioni. E questo equilibrio delle forme è evidente nelle vetture che ha disegnato. Auto sportive come le Ferrari 330 GT e 365 California e molte altre. Fra le quali la piccola Fiat 124 Spider, lanciata nel 1966, che rimane il suo progetto più noto. E che ancor oggi appare moderno perché senza tempo. Un insieme di volumi e di linee sobrie, ma perfette.
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