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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Hyundai vuole comprare FCA


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Il titolo Fiat Chrysler Automobile vola a Piazza Affari dopo le voci di un’offerta che la sudcoreana Hyundai sarebbe pronta a lanciare durante l’estate e comunque prima dell’assemblea degli azionisti di maggio 2019, quando Sergio Marchionne lascerà le redini del gruppo automobilistico italo-americano. In apertura di scambi le azioni di Fca sono arrivate a 17 euro, con un rialzo massimo del 5,4%, per poi ripiegare intorno al 3% durante la giornata.

L’indiscrezione sulla possibile opa da parte del gruppo sudcoreano è stata riportata dall’Asia Time, secondo cui l’amministratore delegato di Hyundai, Chung Mong-koo, sta aspettando un calo delle azioni di Fiat Chrysler prima di lanciare un’offerta di acquisto. L’interesse del gruppo sudocreano per Fca è stato però smentito da un portavoce della Hyundai, che ha parlato di voci senza fondamento.

Asia Times rivela che un ruolo chiave nella possibile fusione tra Fiat e Hyundai potrebbe essere giocato dal fondo Elliott di Paul Singer, che è azionista di Hyundai in cui ha investito 1 miliardo di dollari.

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