Tre Mondiali Costruttori (1977, 1978, 1980) e due titoli Piloti (1978 e 1980) sono il palmarès di assoluto rispetto per una vettura dalle forme di una tranquilla berlina ma con la grinta e le performance di una vera auto da competizione.
Come i clienti avevano indotto Fiat a investire nei rally e far evolvere la 124 Spider nella versione Abarth, così gli ottimi risultati ottenuti proprio dalle 124 Abarth avevano convinto il marketing ad investire nell'elaborazione della popolare 131, trasformando così una tranquilla berlina da famiglia in una vincente vettura da competizione. In corso Marche i tecnici dell’Abarth colsero la sfida di progettare una vettura stradale, necessaria per l’omologazione Gruppo 4, che avesse già tutti i requisiti utili alla versione da corsa.
L’Abarth riuscì a realizzare, attraverso l’uso di vetroresina e alluminio, una carrozzeria alleggerita con l’aspetto ispirato alla 131 tre volumi due porte. I parafanghi allargati sono raccordati dall’ampio spoiler anteriore, ed il baule, sempre in resina, termina con il caratteristico spoiler posteriore. In resina anche il cofano motore, caratterizzato dall’ampia presa d’aria dinamica sul lato sinistro. Le due portiere sono invece realizzate in alluminio.
Il motore, in parte derivato da quello della 132, è un quattro cilindri in linea 1.995 cm3 con testata in lega leggera, doppio albero a camme, 16 valvole e iniezione meccanica Kugelfisher nella versione “Corsa”. La versione stradale, con carburatore doppio corpo Weber, eroga 140 cavalli, ma quelle da corsa a iniezione raggiungono i 235 Cv. Cambio a cinque marce a innesti frontali anche per le 131 Abarth stradali e differenziale autobloccante ZF (solo sulle Corsa) trasmettono la potenza alle gomme Pirelli P7 ribassate.
L’anno di grazia fu il 1977 quando la 131 Abarth centrò l’obiettivo della conquista del Campionato del Mondo Costruttori. Sotto la guida di Daniele Audetto, con i piloti Walter Röhrl e Markku Alén, seguirono altri due Mondiali Costruttori e due titoli Piloti.
Non erano anni facili perché la crisi petrolifera mortificava il mondo delle corse ancor più del mercato dell’auto. Ma l’entusiasmo del pubblico italiano per le gare automobilistiche non venne tradito. L’istituzione nel 1978 dell’ente ASA, in cui confluivano i reparti corse di Lancia e Fiat, fece il miracolo di soddisfare gli appassionati tifosi spostando le Lancia prima verso il Campionato Europeo e poi verso la pista, lasciando all’emergente 131 Abarth il compito di vincere i rally mondiali.
Compito che le 131 Abarth assolsero alla grande, conquistando tre titoli iridati costruttori, con 18 vittorie assolute, due doppiette e cinque triplette. Un palmarès a cui si sommano la Coppa Piloti FIA del 1978 vinta da Markku Alén, e il Campionato del Mondo Piloti vinto da Walter Röhrl nel 1980. Altri piloti contribuirono ad accrescere l’affetto dei tifosi per le 131 Abarth: dai “nordici” Salonen e Waldegaar ai francesi Andruet, Darniche e la Mouton. Tanti furono anche i piloti italiani: Becchelli, Verini, il compianto Bettega, lo stesso Munari, Cerrato, Vudafieri, Carello, fino a Zanussi che vinse il Trofeo Nazionale nel 1982.
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