Sebbene i piani industriali dell’intero gruppo Stellantis debbano ancora essere svelati (l’appuntamento è al 1 marzo 2022), la direzione impressa da Carlos Tavares per Stellantis è la stessa di quando era alla guida del gruppo Psa: spingere sull’elettrificazione. Essenziale per rimanere sul mercato, soprattutto in Europa, e forte di nuove sinergie possibili per grandi economie di scala tra condivisione di piattaforme, componenti, batterie e stabilimenti. Gli investimenti in software, architetture, accumulatori (anche allo stato solido dal 2026) e sistemi propulsivi a zero o basse emissioni saranno di oltre 30 miliardi di euro nei prossimi 5 anni.
Tavares guarda al 2030 quando, secondo quanto dichiarato, tutta la gamma avrà almeno una versione elettrica o ibrida plug-in, con vendite di questi veicoli che nel Vecchio continente varranno per oltre il 70% dei volumi del gruppo. “Il nostro focus prevede grandi investimenti anche su batterie e software, i due punti cruciali dei veicoli di oggi e domani”, conferma Tavares, che ha approvato quattro nuove piattaforme native elettriche sulle quali nasceranno tutti i modelli del gruppo del futuro: STLA small (4,4 metri di lunghezza e 500 chilometri di autonomia), la STLA medium (5 metri e 700 chilometri), la STLA large (5,5 metri e 800 chilometri).
Nonostante manchi ancora la pubblicità dei piani industriali, per molti brand è già stata comunicata la data di passaggio totale all’elettrico, mai accaduto per Fiat Chrysler con la gestione manageriale precedente. Il 2030 sarà l’anno di Fiat, mentre per Alfa Romeo (nei principali mercati globali) la data è fissata al 2027. L’anno successivo toccherà a Opel in Europa, mentre la prima sarà DS che offrirà dal 2024 nuovi modelli solo a zero emissioni. Tra il 2022 e il 2023 il gruppo Stellantis lancerà ben 11 nuovi modelli elettrici (o varianti di vetture esistenti).
Per il capitolo software Tavares crede che potranno garantire ottimi margini al gruppo: “Le nostre auto connesse raggiungeranno entro il 2030 fino a 34 milioni di esemplari. Divideremo la stretta connessione tra hardware e software, per poter aggiornare e sviluppare separatamente quest’ultimo e lavorare meglio con i nostri partners. Una scelta che ci garantirà un numero impressionante di nuove opportunità e sinergie”.
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