Francois: "Dal 2023 una nuova Fiat all’anno"



La Fiat è “accessibile in tempo di crisi. Semplice in una fase difficile. Spensierata in un momento di depressione”. È una Fiat con una consapevolezza nuova del suo ruolo di centralità all’interno della galassia Stellantis, quella descritta da Olivier François (CEO di Fiat e Abarth). “Non c’è mai fumo senza arrosto”, avvisa François. Che rassicura: “Dal 2023 comincerà un nuovo ciclo per la Fiat, con l’uscita di un nuovo modello all’anno. E quando dico nuovo, intendo nuovo”.

La Fiat, che resta il primo marchio di Stellantis per volumi di vendita nel mondo, continuerà a fare quello che ha sempre fatto meglio. “Niente sportive, niente macchine di lusso”, taglia corto François, che a proposito di un’eventuale “cura Abarth” per altri marchi del gruppo, per esempio la Lancia, che sotto il segno dello Scorpione è diventata grande e ha vinto tutto nei rally, sgombra il campo da ogni suggestione: “È un aspetto importante, perché fa parte del nostro retaggio storico, ma il mondo Abarth continuerà a gravitare intorno al brand Fiat, e in particolare intorno alla 500”. Scartata in partenza anche l’ipotesi di dare alla luce una piccola suv sportiva. Beninteso, non che una macchina tutta grinta e motore come la nuova Abarth Pulse brasiliana sarebbe fuori posto, di qua dell’Atlantico, dove probabilmente una crossover sportiva si venderebbe e anche bene. “Di per sé sarebbe anche un’ottima idea - ammette François -, ma come faremmo a vendere qui la Pulse? Ci sono tutta una serie di problemi di omologazione che riguardano la piattaforma, le emissioni inquinanti del motore, gli standard di sicurezza. Quell’auto è progettata per il Sud America. E non mi sembra il caso di fare la Tipo Abarth”. 

E la Panda 4x4, sparita dai listini? “Non so come e perché, ma è passato il messaggio sbagliato - chiarisce François -. La questione è semplice: la produzione è momentaneamente interrotta perché, a causa della crisi dei chip, non riusciamo a soddisfare la domanda. Continuare a prendere ordini nuovi e scontentare i nostri clienti, quando le liste di attesa di chi l’ha già prenotata sono lunghe sette-otto mesi, non ci sembrava onesto e responsabile. Così abbiamo deciso di premere il tasto pausa, ma è solo uno stand-by”.

Al momento, la produzione della Fiat 500 è praticamente equi-ripartita tra le versioni con il motore termico e quella a batteria. Di quest’ultima, nonostante l’instabilità che ancora pervade la catena di fornitura dei semiconduttori, dai cancelli di Mirafiori nel 2021 ne sono uscite 45.000. Ma potrebbero essere raggiunte le 90.000 unità all’anno, se fossero disponibili le componenti. Con queste premesse, sognare l’America è quasi un obbligo. La versione a pile del “Cinquino” sbarcherà oltreoceano nel 2024. Chiaramente, alla luce delle caratteristiche del mercato statunitense, del quale le city-car rappresentano una fetta piuttosto piccola, non sarà un’invasione di massa. “Non puntiamo a fare grandi volumi - spiega François -. Andiamo lì perché lo dobbiamo innanzitutto ai tanti americani che sono fan molto affezionati del marchio Fiat e della 500. E poi perché è una nuova sfida che ci consente, tra l’altro, sperimentare un modello di business diverso dal solito. Modello che, in futuro, potremmo provare a replicare anche in Europa. Penso al marketing digitale, al metaverso, in generale a tutti i nuovi modi di vendere un’automobile in Stati come la California, dove le persone sono più aperte al progresso e non esistono pregiudizi di alcun tipo sulle auto elettriche”.

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