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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Il Robogate punta di diamante dell’automazione in fabbrica



Con la Fiat Uno prende forma una nuova concezione della produzione, che sfocerà nella Fabbrica Integrata, sempre più rivolta verso una maggiore flessibilità. Fulcro di questa filosofia industriale è il Robogate, un sofisticato sistema di produzione progettato dalla Comau, azienda leader del Gruppo Fiat nell’automazione, per l'assemblaggio delle scocche delle automobili, che si basa principalmente su un preciso sistema di saldatura a punti per ogni singolo pezzo della vettura. Il suo debutto avviene nel 1978 presso lo stabilimento di Rivalta per la produzione della Ritmo ma viene ben presto adottato dagli stabilimenti di Mirafiori e Cassino. A beneficiarne sarà proprio la Fiat Uno che potrà contare sulla precisione di decine di robot per le fasi di assemblaggio, saldatura e verniciatura, migliorando significativamente l’uniformità e la qualità della produzione. Basti pensare che gran parte dell’investimento complessivo per il progetto “Uno” venne impiegato proprio nell’automazione in fabbrica, dove ogni giorno andava in scena una spettacolare “danza” di bracci meccanici, carrelli trasportatori e telai (“gate”), sotto la regia di un computer che dettava tempi e processi.

“La Fiat Uno non rappresenta soltanto una rivoluzione del Manufacturing poiché con essa cambia l’intero mondo di concepire, sviluppare e produrre un'auto. Dai tavoli da disegno al CAD fino alla fabbrica: tutto diventa un continuum ed è gestito da un’unica regia – commenta Giolito -. E se oggi reti dedicate e connessioni hardware collegano le diverse aree dello stabilimento, domani sarà proprio il concetto di “Internet of Things” a dominare, creando un dialogo tra queste macchine per raggiungere la maggior flessibilità possibile. Ciò permetterà di costruire auto per ogni continente e per ogni cultura nella maniera più efficiente e sostenibile”.

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