Con la Fiat Uno viene rivoluzionato anche il modo di progettare le vetture e molti tecnigrafi vengono sostituiti dalle stazioni CAD. Il disegno, assistito dal calcolatore, permette infatti una precisione e una riduzione a zero delle tolleranze che erano contemplate nel disegno manuale e sempre passibili di qualche errore umano. Cambia anche il rapporto tra il Centro Stile e l’Ingegneria, che iniziano a camminare sempre più strette, ricercando soluzioni capaci di coniugare il design con la funzione, la bellezza estetica con la razionalità.
Sono gli anni in cui ci si fregia, anche a livello di gruppo automobilistico, di mostrare componenti comuni o parti modulari che serviranno a costruire altri veicoli, anche di marchi diversi. Del resto, agli inizi degli anni Ottanta, il Centro Stile della Fiat diventa uno studio di design multibrand, grazie al coordinamento dello stile dei marchi del Gruppo, e acquista una posizione ben integrata nella grande direzione tecnica, ovvero quella che oggi si definisce Direzione Ingegneristica. In questa vera e propria fucina di idee innovative si sviluppa anche un dialogo continuo con le carrozzerie di allora, tra cui la neonata Italdesign di Giorgetto Giugiaro, che firmerà proprio il design della Fiat Uno, e gli atelier Bertone, Pininfarina e lo studio Idea Institute, che nascerà poco dopo.