Perché Sergio Marchionne era contro l'elettrico?
Sergio Marchionne non era categoricamente "contro" l'auto elettrica in senso assoluto, ma esprimeva un forte scetticismo e preoccupazioni riguardo alla sua fattibilità economica e al suo impatto ambientale complessivo, soprattutto nel contesto in cui operava FCA (Fiat Chrysler Automobiles).
Le sue principali argomentazioni e riserve erano le seguenti:
* Problema dei profitti: Marchionne sosteneva che la produzione di veicoli elettrici non era economicamente sostenibile per le case automobilistiche tradizionali. Faceva spesso riferimento alla Fiat 500e, un modello elettrico venduto negli Stati Uniti per rispettare le normative sulle emissioni, affermando che ogni esemplare venduto comportava una perdita significativa per l'azienda. Vedeva l'elettrico come un investimento a lungo termine che avrebbe richiesto ingenti capitali senza un ritorno immediato.
* Produzione di energia elettrica: Una delle sue critiche più frequenti riguardava l'origine dell'energia elettrica. Sottolineava che se l'elettricità fosse prodotta principalmente da fonti fossili (carbone, gas), il beneficio ambientale dell'auto elettrica sarebbe stato limitato o nullo, spostando semplicemente il problema dell'inquinamento dalle città alle centrali elettriche. Vedeva l'auto elettrica come una "lama a doppio taglio" se non accompagnata da una transizione verso fonti energetiche rinnovabili.
* Mancanza di infrastrutture e costi: Marchionne era consapevole delle carenze infrastrutturali per la ricarica e dei costi elevati delle batterie, che rendevano le auto elettriche poco accessibili alla maggior parte dei consumatori.
* Visione a lungo termine e alternative: Non escludeva l'elettrico come soluzione futura, ma riteneva che fosse "troppo presto" per determinarne la tecnologia standard. Promuoveva invece l'espansione di carburanti alternativi come il GPL e il metano, che riteneva più praticabili e sostenibili nel breve-medio termine per ridurre le emissioni.
* Competizione e ritardo tecnologico: Marchionne temeva che l'industria automobilistica tradizionale fosse "vecchia e lenta" e che potesse essere spiazzata da attori esterni con soluzioni tecnologiche innovative e disruptive nel settore elettrico. In questo senso, vedeva l'esigenza di un cambiamento radicale nel modo di produrre energia prima di spingere l'elettrico su larga scala.
È importante notare che, verso la fine della sua vita, anche Marchionne aveva iniziato a rivedere le sue posizioni, riconoscendo l'inevitabilità della transizione verso l'elettrico e annunciando piani di investimento in tal senso per FCA, anche se con un approccio più cauto rispetto ad altri costruttori.
