Storia delle due generazioni della Fiat Croma
Canale WhatsApp Passione Auto Italiane
Nel vasto e talvolta imprevedibile panorama automobilistico italiano, la Fiat Croma ha occupato per due volte un posto di rilievo, in due epoche molto diverse, incarnando in ciascuna di esse un approccio innovativo e audace. La sua storia, divisa in due capitoli distinti, racconta l'evoluzione del concetto di ammiraglia secondo Fiat: dalla berlina di lusso della fine degli anni '80 alla station wagon "Comfort" degli anni 2000.
La Prima Generazione: Un Progetto di Eccellenza (1985-1996)
La prima Fiat Croma, lanciata nel 1985, è stata il frutto di una delle collaborazioni più ambiziose della storia dell'industria automobilistica italiana. Progettata nell'ambito del "Progetto Tipo 4", la Croma condivideva la stessa piattaforma con altre tre auto di prestigio: la Saab 9000, l'Alfa Romeo 164 e la Lancia Thema. Questo ambizioso progetto, che univa quattro marchi con identità molto diverse, aveva l'obiettivo di creare berline di classe superiore, capaci di competere con le ammiraglie tedesche e svedesi.
La Fiat Croma si distingueva per la sua carrozzeria a due volumi e mezzo (hatchback), un design elegante e sobrio firmato da Giorgetto Giugiaro. L'abitacolo era spazioso e confortevole, con un'attenzione particolare alla qualità dei materiali e alla cura dei dettagli, un aspetto che la avvicinava a rivali più blasonate. Ma il vero punto di forza della Croma era la sua meccanica: fu la prima vettura italiana prodotta in serie a montare un motore turbo a iniezione diretta diesel, un'innovazione che avrebbe rivoluzionato il mondo dei motori. Il 2.5 turbodiesel i.d. e il 1.9 t.i.d. di origine FIAT/Iveco erano propulsori all'avanguardia per l'epoca, capaci di unire prestazioni brillanti e consumi ridotti.
La Croma fu un successo, con oltre 450.000 unità prodotte, dimostrando che Fiat poteva competere anche nel segmento delle auto di lusso, offrendo un'alternativa valida e tecnologica alle berline tradizionali.
La Seconda Generazione: L'Evoluzione del Comfort (2005-2011)
Dopo quasi un decennio di assenza dal segmento, nel 2005 Fiat sorprese tutti con il ritorno della Croma. Questa volta, però, la filosofia era completamente diversa. Addio alla berlina a tre volumi, la nuova Croma si presentò come una station wagon dal design innovativo, firmato ancora una volta da Giugiaro, a metà strada tra una monovolume e un SUV. La scelta di questa carrozzeria rifletteva un cambiamento nelle esigenze dei consumatori, sempre più orientati verso veicoli spaziosi, versatili e confortevoli.
La nuova Croma, basata sulla piattaforma della Opel Vectra (all'interno della partnership tra General Motors e Fiat), puntava tutto sul comfort e sulla praticità. Con un'altezza maggiore rispetto a una station wagon tradizionale, offriva una posizione di guida rialzata, una grande abitabilità e un accesso facilitato all'abitacolo. L'interno era spazioso e luminoso, con materiali di buona qualità e un'attenzione particolare all'ergonomia.
Il cuore della nuova Croma era la sua gamma di motorizzazioni, che spaziava dal 2.2 benzina, ai propulsori diesel Multijet di origine Fiat, motori noti per la loro affidabilità e le buone prestazioni, come il 1.9 e il 2.4. Nonostante le sue indubbie qualità, la seconda generazione di Croma non riuscì a replicare il successo della sua antenata. Il suo design "ibrido" non convinse pienamente il mercato, che preferì optare per SUV o station wagon più tradizionali.
Conclusioni: Due Epoche, Un'Unica Identità
La storia della Fiat Croma è un esempio di come un marchio possa interpretare lo stesso nome in modi radicalmente diversi. La prima Croma è stata un'icona di lusso e innovazione tecnologica, un simbolo della capacità ingegneristica italiana. La seconda Croma, pur non avendo lo stesso successo commerciale, ha rappresentato un coraggioso tentativo di esplorare nuove forme e funzionalità, anticipando in un certo senso l'evoluzione del concetto di auto familiare verso la versatilità e la comodità. Entrambe, a modo loro, hanno segnato un'epoca, lasciando un segno indelebile nella storia di Fiat.


