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Fiat 128

Prodotta a partire dal 1969, la Fiat 128 è considerata una delle auto più rivoluzionarie della storia dell’automobile. Con questo modello, Dante Giacosa portò a compimento il concetto di motore anteriore trasversale con trazione anteriore, creando un’architettura che sarebbe diventata lo standard per le compatte di tutto il mondo. L’ingombro contenuto del gruppo propulsore consentiva di liberare spazio nell’abitacolo non solo eliminando il tunnel centrale, ma anche contenendo il numero di organi meccanici, con vantaggi in termini di riduzione del peso e dei consumi. Grazie a questa soluzione, la Fiat 128 fu eletta “Auto dell’Anno 1970” e divenne un riferimento per l’intera industria automobilistica europea. Venne prodotta nello stabilimento di Rivalta di Torino tra il ‘69 e il 1983 e fino agli anni ‘90 in Sudamerica, Egitto e Jugoslavia.

Storia della Fiat 500


Le radici della Fiat 500 affondano più lontano nel tempo della piccola bicilindrica del 1957. Addirittura prima della vettura progettata da Dante Giacosa all'inizio degli Anni Trenta e poi divenuta famosa con il soprannome di "Topolino", tempestivamente affibbiatole dagli automobilisti italiani per sottolineare le sue dimensioni ultracompatte e quell'aria che faceva subito simpatia. Il nome ed il concetto "Fiat 500" hanno infatti ormai un secolo. Nel 1915 la Fiat aveva cominciato a sviluppare l'idea di una piccola auto che già allora chiamò 500 e quattro anni dopo, alla fine della Prima Guerra Mondiale, ne aveva realizzato anche un prototipo. Si trattava di una automobile molto diversa da quella che abbiamo poi imparato a conoscere: non un'auto da famiglia, bensì una spider equipaggiata con un 4 cilindri da 8-10 CV ed in grado di raggiungere una velocità massima di 65 km/h. Un'idea di automobile tutto sommato più vicina a quella dell'odierna "Cinquecento" che a quella della "Topolino" di vent'anni dopo. Il prototipo rimase fine a sé stesso, ma negli anni seguenti i progettisti della Fiat continuarono a lavorare sul progetto della piccola auto, realizzando altri veicoli che peraltro rimasero anch'essi allo stadio prototipale. A frenare un più deciso impulso allo sviluppo del progetto di quella prima Fiat 500 furono probabilmente il successo riscosso negli Anni Venti dalle cyclecar che, soprattutto in Gran Bretagna, sembravano rappresentare una reale alternativa alle vetture convenzionali, e l'idea allora molto diffusa specialmente in Italia che l'automobile fosse ancora un "oggetto" riservato a pochi. Da noi l'idea della motorizzazione di massa e dell'automobile per tutti, che già stava prendendo piede negli Stati Uniti e nel Regno Unito, doveva ancora arrivare. Sarà la Balilla e la 500 suggerire per la prima volta agli italiani un altro modo di intendere l'automobile, quello che da anni abbiamo imparato a conoscere.

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