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Primo trimestre con conti in flessione


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Primo trimestre con conti in flessione e al di sotto delle attese per la Fiat Chrysler Automobiles: il gruppo ha registrato un calo generalizzato delle performance commerciali e finanziarie, evidenziando consegne, ricavi e utili con il segno meno.

Da gennaio a marzo, le consegne globali si sono attestate su 1,037 milioni di unità, il 14% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Il gruppo attribuisce la flessione alla sovrapposizione, nel 2018, della produzione delle due generazioni della Jeep Wrangler e al "pianificato riallineamento delle strategie commerciali in Europa". La contrazione dei ricavi, comunque, è di entità inferiore, grazie al mix di prodotto e al prezzo più favorevole. Nello specifico, il fatturato è sceso a 24,481 miliardi di euro (-5%), contro i 25,037 miliardi previsti dagli analisti secondo FactSet.

Il calo delle consegne ha avuto un impatto sulla redditività del gruppo: l'utile netto adjusted, ossia depurato dalle voci straordinarie o atipiche, ha evidenziato una flessione del 29% fino a 1,067 miliardi di euro, per un margine sui ricavi in peggioramento dal 5,8 al 4,4%. Anche in questo caso, il dato è inferiore alle aspettative degli analisti, pari a 1,19 miliardi. Secondo FCA, l’impatto dei minori volumi a livello globale "è stato parzialmente compensato dalla costante crescita di Ram, da migliori prezzi netti, soprattutto in Nord America, e dal miglioramento del mix di prodotti e canali di vendita in diversi mercati". Infine l'utile netto, sempre adjusted, è risultato in contrazione del 41% a 570 milioni di euro, contro i 742 previsti dagli esperti. Il gruppo ha anche registrato un free cash flow industriale negativo per 270 milioni (un anno fa, il dato era in positivo per 1,01 miliardi). 

In Nord America sono diminuite le consegne (-14%), i ricavi (16,057 miliardi, pari a un calo di 356 milioni), l'utile operativo (1,044 miliardi, ovvero 172 milioni in meno rispetto al primo trimestre 2018) e il margine (da 7,4% a 6,5%): tra le ragioni, spiega il gruppo, ci sono il calo dei volumi e "i maggiori oneri regolatori, in parte compensati dall’effetto prezzi positivo, nonché dai minori costi pubblicitari e di lancio dei prodotti". Con le vendite in flessione dell'11%, l'area dell'Asia Pacifico ha evidenziato ricavi in contrazione (592 milioni, 27 in meno rispetto al 2018) e un peggioramento del risultato operativo, passato da un utile di 10 milioni a una perdita di 9. L'Emea, invece, ha registrato una contrazione delle consegne del 12%, dei ricavi del 10% e dell'Ebit, risultato in perdita per 19 milioni, a fronte dell'utile di 182 milioni di un anno fa. Segnali di miglioramento arrivano dall'America Latina, dove il calo dei volumi (-9%) ha fatto da contraltare ai ricavi stabili e a una crescita dell'utile operativo del 42%. Infine, un andamento ancora  negativo è stato registrato dalla Maserati, unico brand del gruppo con lo status di "business unit": i dati del Tridente indicano meno consegne (-41%), ricavi (-38%) e un utile in discesa da 86 a 11 milioni di euro.

I numeri del primo trimestre, in ogni caso, non influiscono sulle previsioni per l'intero 2019: "Il mercato sta rispondendo con entusiasmo al lancio dei nostri nuovi prodotti mentre stiamo attuando tutte le iniziative necessarie a rafforzare le aree di business con i risultati più deboli", ha spiegato l'amministratore delegato Mike Manley. L'ad ha fatto riferimento al nuovo Ram Heavy-Duty e alla Jeep Gladiator sul fronte dei modelli e alla ristrutturazione delle joint venture cinesi per quanto riguarda le misure di rafforzamento. "Sulla base di questi elementi e con i risultati del primo trimestre in linea con le nostre attese - ha aggiunto l'ad - siamo fiduciosi sui target per il 2019". Per l'anno in corso, in particolare, è previsto un utile operativo adjusted superiore ai 6,7 miliardi, con un margine di oltre il 6,1% e flussi di cassa industriali positivi, anche se inferiori a 1,5 miliardi di euro.

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