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A marzo Fiat festeggia i 40 anni della Panda


Fiat Panda, uno dei modelli di maggiore successo del brand torinese con oltre 7,5 milioni di esemplari prodotti sino a oggi, festeggia i suoi primi quarant'anni. Presentata nel marzo del 1980 al Salone di Ginevra, è diventata una vera icona unendo - con il suo look funzionale e all'avanguardia e con bassi costi di acquisto e gestione - fasce di clientela tra le più diverse.

A tutt'oggi leader della sua categoria, Fiat Panda è stata, nella prima generazione, l'evoluzione e la sintesi delle gloriose 126 e 127 portando però nel segmento un compromesso ideale fra semplicità dello schema tecnico egrande abitabilità,un risultati ottenuto sfruttando al massimo lo spazio. Ideata e disegnata da GiorgiettoGiugiaro e dal team della Italdesign che comprendeva il prezioso socio Aldo Mantovani, Panda è nata su una precisa richiesta di Carlo De Benedetti che aveva commissionato, dopo una visita alla sede di Italdesign - come si legge nel libro di Carlo Garuzzo Fiat: i segreti di un'epoca - precisando che avrebbe dovuto essere una vettura compatta, spaziosa e che costasse poco. Era l'estate del 1976 e Panda (ma il progetto era stato denominato in quella fase Rustica) venne creata da Giugiaro, con un vero tour de force, durante le vacanze estive in Sardegna. Al rientro il designer torinese scopri che De Benedetti aveva lasciato la guida di Fiat (fu a capo nei famosi 'cento giorni dall'inizio di maggio all'agosto del 1976) creando non poco sconforto sia in Giugiaro che in Mantovani.
Per fortuna Il nuovo amministratore delegato, Nicola Tufarelli, apprezzò il progetto Rustica e diede luce verde al programma, con la sola condizione che il conto economico fosse accettabile. Dai primi bozzetti (alcuni mostrano un frontale in stile 127) e dai primi manichini, si arrivò così al modello destinato alla produzione, una compattaberlina due volumi,due porte più portellone con motore e trazione anteriori. Caratterizzata dall'essenzialità del disegno, con grandi scudi paraurti avvolgenti (non verniciati per ridurre i costi) e raccordati ad un'alta fascia laterale protettiva - anch'essa destinata a evitare frequenti interventi in carrozzeria - Panda aveva una ampia superficie vetrata. concristalli piani -anche il parabrezza - che garantivano luminosità all'abitacolo, ma che comportarono non poche difficoltà per il reperimento di produttori in grado di 'semplificare' queste componenti. Anche l'interno venne deliberato in una forma essenziale ma estremamente funzionale (inizialmente i sedili avrebbero dovuto essere del tipo 2CV, cioè senza imbottiture)costruito con materiali semplici ma robusti, tutti completamente lavabili. Tra le invenzioni di Giugiaro ci fu anche quella della modularità totale dei sedili anteriori e del divanetto, che si potevano abbattere totalmente per formare un letto.

Sotto al cofano della Panda 30, riservata al solo mercato italiano, venne collocato un bicilindrico di 652 cc raffreddato ad aria da 30 Cv, evoluzione del motore della 500 del 1957 poi utilizzato sulla 126. Per la Panda 45 venne invece scelto il 4 cilindri 903 cc della 127 con raffreddamento ad acqua. Questa differenza fornì lo spunto - nella prima generazione - per distinguere esteticamente le versioni con la posizione asimmetrica della griglia sulla calandra: nella Panda 30 feritoie sul lato destro (per fornire aria alla ventola del bicilindrico) e sulla Panda 45 feritoie e radiatore dell'acqua sul lato sinistro. Sia il due che il quattro cilindri erano accoppiati a un cambio manuale a quattro marce. Le sospensioni erano indipendenti all'avantreno con schema McPherson, mentre (sempre per abbassare i costi) il ponte posteriore era ad assale rigido con balestre a doppia foglia. Freni a disco davanti e a tamburo dietro. A 90 km/ora Panda 30 consumava 5,2 litri per 100 km e la Panda 45 5,9 con velocità massime è rispettivamente di oltre 115 e di circa 140 km/h. Nonostante questa semplicità costruttiva, Panda vantava un comportamento stradale di spicco, come racconta in una prova proposta da Fiat al momento del lancio l'ex pilota della Ferrari F1 e poi fotografo e giornalista Giancarlo Baghetti.

La produzione della prima generazione di Fiat Panda è cessata nel 2003, avendo aggiunto nel 1983 la variante 4x4 e nel 1986 la motorizzazione diesel, primo caso in una city car sotto ai 4 metri di lunghezza.

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