Lancia D25 (1954): Un Capolavoro Incompiuto e la Visione Sportiva di Vittorio Jano



Dal cuore pulsante dell’Heritage Hub emerge una vettura che è molto più di un’automobile da corsa: la Lancia D25 del 1954. Evoluzione diretta della leggendaria D24, la spider da competizione che aveva conquistato la gloria nelle più prestigiose sfide internazionali – dalla massacrante Carrera Panamericana alla Mille Miglia e alla Targa Florio – la D25 rappresenta il culmine di una filosofia ingegneristica audace.

Dietro la sua progettazione c’era la mente di Vittorio Jano, un tecnico di enorme esperienza e visione, che plasmò la D25 come una delle massime espressioni della meccanica sportiva degli anni Cinquanta.

Meccanica all'Avanguardia

Sotto la sinuosa carrozzeria biposto a ruote coperte, realizzata da Pininfarina, si nascondeva una raffinatezza tecnica senza pari. La vettura era costruita attorno a un leggerissimo e resistente telaio a traliccio in tubi d’acciaio al cromo-molibdeno. Una soluzione ingegneristica d'avanguardia vedeva il motore integrato al telaio, assumendo una funzione portante per la struttura stessa.

Il cuore pulsante era un 6 cilindri a "V" di 60° con una cubatura di 3750 cc, un propulsore che erogava la straordinaria potenza di 305 cavalli a 6500 giri/minuto. Tale potenza permetteva alla D25 di sfiorare l'incredibile velocità massima di 300 km/h, posizionandola come una vera avanguardia prestazionale del suo tempo.

Jano, ossessionato dal bilanciamento dei pesi, adottò la soluzione transaxle per l'intera unità di trasmissione: frizione, cambio e differenziale in blocco con i freni erano posizionati al retrotreno. Questa configurazione garantiva una distribuzione ottimale delle masse, fondamentale per la dinamica in pista.

Anche le sospensioni erano frutto di una ricerca meticolosa: all’avantreno trovavamo sospensioni indipendenti con molla a balestra trasversale (uno schema che Lancia avrebbe poi ripreso fino alle iconiche Flavia e Fulvia), mentre al posteriore era impiegato un ponte de Dion abbinato a due balestre tipo “cantilever”.

Il Destino dell'Esemplare Unico

Nonostante l'eccellenza tecnica e il potenziale velocistico, la storia agonistica della Lancia D25 si ferma prima ancora di iniziare. L'esemplare esposto a Bologna, l'unico esistente, non ebbe mai modo di scendere in pista in competizioni ufficiali. La ragione fu una decisione strategica epocale: la Lancia scelse di concentrarsi esclusivamente sulla Formula 1, dirottando risorse e sforzi sul progetto monoposto.

La D25, purtroppo privata della gloria che avrebbe meritato sui circuiti internazionali, rimane oggi una preziosa testimonianza della visione sportiva e della raffinatezza ingegneristica che animava la Lancia in quegli anni. Un capolavoro incompiuto che, tuttavia, incarna l’indimenticabile genio tecnico e la costante ricerca dell'eccellenza che hanno reso il marchio Lancia un pilastro della storia automobilistica mondiale.

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