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Abarth 500 e 600 potrebbero avere un motore a benzina

Abarth potrebbe ritornare sui suoi passi e riportare in gamma motori a benzina. A lanciare questa notizia è stato Olivier François, ad Fiat. Il manager ha parlato di valutazioni in corso, di pensieri in fase preliminare. L'attuale gamma Abarth è composta da due modelli, la 500 e la 600, entrambi elettrici con potenze tra i 155 a 281 CV. Entrambe potrebbero potenzialmente accogliere i 1.2 turbobenzina elettrificati del gruppo, disponibili con potenze fino a 145 CV per le versioni stradali e fino a 212 CV per la versione da corsa (non ibrido) montata sulla Lancia Ypsilon HF Rally 4. Se Abarth decidesse di tornare al termico, è dunque plausibile che possa scegliere di evolvere il 1.2 Hybrid per dargli qualche cavallo in più. François ha anche affermato che vedrebbe bene il marchio Abarth su moltissimi modelli, compresa la Topolino. Anche in questo caso non c'è nulla di confermato, ma si tratta solo dei pensieri del manager su un modello che, come tanti altri, richiederebbe interve...

Marchionne: con il nuovo piano è tempo di investire nei prodotti. Già da quest'anno


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Marchionne: "Sono veramente soddisfatto per la riduzione dell'indebitamento industriale". Il calo è "legato alla fine dell'attuale ciclo di investimenti". Di un nuovo ciclo si parlerà il 1° giugno in occasione della presentazione del piano industriale a Balocco, quando è previsto l'azzeramento del debito. In quell'occasione si parlerà soprattutto di nuovi prodotti e quindi di nuovi investimenti. Del loro ammontare non sono state fornite indicazioni, anche se qualcosa lo ha anticipato proprio Palmer, facendo presente come le spese in conto capitale (Capex) nel primo trimestre siano calate a causa di "uno slittamento degli investimenti", ma "torneranno ad aumentare nella seconda parte dell'anno" per sostenere il lancio di nuovi prodotti. In ogni caso, ha precisato il direttore finanziario, "il Capex complessivo del 2018 sarà inferiore a quello del 2017 e sarà pari a circa 8 miliardi di euro". Una cifra sufficiente evidentemente a lanciare quei nuovi modelli che secondo Marchionne consentiranno di dare un'ulteriore spinta ai margini di redditività.

Il gruppo ha confermato gli obiettivi per l'intero 2018. I ricavi sono attesi a circa 125 miliardi, l'utile operativo ad almeno 8,7 miliardi e l'utile netto intorno a 5 miliardi. Alla fine dell'anno non è previsto più un debito industriale, bensì una liquidità netta di 4 miliardi. In tal caso, Marchionne potrà licenziare il suo ultimo bilancio senza alcun ripensamento. Alla domanda di un analista se questo non sia il periodo peggiore per lasciare il timone del gruppo e se quindi non ci sia la possibilità che decida di restare, Marchionne infatti ha replicato in modo netto: si tratta di una chance tra "zero e nessuna".

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