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La produzione della Giulietta Berlina

La produzione della Giulietta Berlina segna una svolta industriale epocale per Alfa Romeo. Se la 1900 aveva introdotto la produzione in serie, è con la Giulietta che lo stabilimento del Portello si trasforma davvero in una fabbrica moderna. All’inizio degli anni Cinquanta, il sito milanese era ancora legato a una logica produttiva artigianale, capace di sfornare non più di 50 vetture al giorno. Con la Giulietta, e con l’intervento dell’ingegnere austriaco Rudolf Hruska, l’intero processo viene ripensato: nascono nuove linee di montaggio, si riorganizzano i flussi, si razionalizzano le fasi produttive. Nel giro di pochi anni, il Portello arriva a produrre fino a 200 vetture al giorno, quadruplicando la sua capacità. Un salto quantitativo che racconta anche un salto culturale: l’Alfa Romeo non è più solo un marchio d’élite, ma una protagonista dell’industria automobilistica europea.

Risultati consolidati del IV trimestre ed intero esercizio 2019


Nell’ultimo trimestre del 2019 FCA ha messo a segno ricavi netti per 29,643 miliardi di euro, l'1% in più rispetto allo stesso periodo del 2018 nonostante la flessione delle consegne dell'1% a 1,165 milioni di unità. Sulla redditività ha influito il miglior mix di prezzi e prodotti. L'utile operativo adjusted, ossia depurato dalle voci straordinarie, è così cresciuto del 16% arrivando a 2,115 miliardi, in linea con le attese del mercato (2,1 miliardi). Il margine operativo è salito di 90 punti base al 7,1% con le sole attività nordamericane capaci di arrivare al 10% (+130 punti base). L'utile netto, sempre adjusted, si è attestato su 1,537 miliardi (+3%), al di sopra degli 1,43 miliardi del consenso. Anche l'utile per azione, pari a 0,97 euro (+3%), ha battuto le aspettative fissate a quota 0,95 euro. In miglioramento è risultato anche il flusso di cassa delle attività industriali, passato da un dato negativo di 586 milioni a uno positivo di 1,451 miliardi, malgrado investimenti nel periodo per 2,9 miliardi.

Il 2019 è stato chiuso con risultati in linea con i target fissati a inizio anno. Le consegne globali sono scese del 9% a 4,418 milioni di veicoli per la riduzione degli stock presso la rete di vendita in Nord America, le minori consegne della joint venture cinese e in area Emea, le iniziative di ottimizzazione dei canali di vendita e l’uscita di produzione di alcuni modelli. Tuttavia i ricavi, pari a 108,2 miliardi, sono scesi di solo il 2%, mentre l'utile operativo rettificato è calato dell'1% a quota 6,668 miliardi, di poco inferiore alle indicazioni su un dato superiore ai 6,7 miliardi. Il margine operativo, salito di 10 punti base al 6,2%, è migliore del 6,1% rispetto alle linee guida. L'utile netto è calato del 19% a 2,7 miliardi, mentre l'utile per azione è sceso del 9% a 2,73 euro, poco al di sopra dei 2,7 euro fissati dalle previsioni. Infine, il flusso di cassa industriale è risultato positivo per 2,1 miliardi, contro il dato negativo per 2,3 miliardi del 2018 e gli 1,5 miliardi dei target. Anche nel caso del bilancio annuale la maggior fonte di utili rimane in Nord America con un utile operativo di 6,69 miliardi (+7%). Tutte le altre aree operative, seppur in deciso miglioramento, hanno fornito un contributo minimo (se non negativo) al risultato operativo: l'Asia Pacifico ha perso 36 milioni (296 milioni il rosso del 2018), l'Europa è passata da una perdita di 412 milioni a una di appena 6 milioni e la Maserati da 549 milioni a 199 milioni. Bene solo l'America Latina, con una crescita da 359 milioni a 501. 

"Il 2019 - ha spiegato l'amministratore delegato Mike Manley - è stato un anno storico per FCA. Abbiamo continuato a creare valore per i nostri azionisti e intrapreso iniziative mirate alla crescita futura rafforzando in modo sostanziale la nostra posizione finanziaria, impegnandoci a investire in prodotti chiave e perfezionando un accordo di integrazione con PSA". L'intesa per la fusione dovrebbe essere perfezionata all'inizio del 2021.

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