INTERVISTA AL CORRIERE DELLA SERA al capo dell’Alfa Romeo, Harald Wester
Wester:«Noi e la “Giulia”...»
L’anno zero di Alfa Romeo.!!
L’Alfa che presenterete il 24 giugno - e costruirete a Cassino - si chiamerà Giulia ?
«Non è ancora deciso»
Mi spiega perché ci possono essere dei dubbi su Giulia?
«Per varie ragioni. Immagini di divorziare e di ritrovare in seguito un’altra compagna: le piacerebbe che avesse lo stesso nome della prima moglie?».
Forse non sarebbe così importante.
«Importante magari sì, cruciale no. A funzionare dev’essere il prodotto. E poi potremmo uscire dalla visione nazionale: gli americani non hanno mai sentito parlare della Giulia, pensano a una bella ragazza italiana. Ai cinesi Giulia non dice niente. Insomma: è ancora un’opzione e ne stiamo discutendo, ma ciò non significa che sia un punto fondamentale».
Capito. Ma siete voi a ripetere che volete riappropriarvi dell’identità di marca: il nome Giulia è uno dei più identitari dell’Alfa Romeo.
«Vero, su questo non ci sono dubbi. Ma in passato abbiamo fatto degli errori con l’assegnazione di nomi ripescati dal passato. Sarebbe stato meglio inventarsi qualcosa di nuovo. Bisogna stare attenti. Quelle esperienze ci hanno insegnato che vanno recuperati soltanto i nomi di successo - e Giulia lo sarebbe - e che ci deve essere una fortissima coerenza di prodotto tra le vetture».
I motori della «Giulia», o come la chiamerete. A suo tempo ha annunciato unità a iniezione diretta di benzina 4 cilindri, con potenze fra 180 e 300 cavalli, più un V6 da 400 a oltre 500 cavalli. Mentre i Diesel saranno 4 cilindri, compresi fra 120 e 210 cavalli, più un V6 da 250 a 330 cavalli.
«Abbiamo dato solo i range delle potenze e le tipologie, sulle cilindrate non abbiamo ancora detto niente. Ma saranno tutti motori di proprietà»
La trazione della «Giulia»?
«Posteriore, con la variante integrale, indispensabile per spremere tutto il potenziale di vendita. In molte zone della costa Est degli Usa, senza 4x4 non si va da nessuna parte. Hanno degli inverni pesanti».
Dopo la «Giulia», sono in calendario l’erede della Giulietta e la sua variante sportwagon, una coupé media, un suv medio e uno grande, l’ammiraglia e una roadster. Conferma?
«Abbiamo annunciato otto modelli entro il 2018, dalle compatte alle speciali».
Rimane vuota la casella della Mito: addio «piccole»?
«Vedremo. Ma è un problema relativo perché verrebbe venduta soltanto in Europa».
Che cosa sono i laboratori «Skunk Works» vicino a Modena? Avete parlato di 200 ingegneri: per fare che cosa?
«È il nostro core team : uno spazio dedicato alla progettazione delle nuove Alfa. E gli ingegneri sono già ben oltre 200: è un sistema in forte crescita».
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