Imparato, Alfa Romeo: “Non vendiamo elettriche, vendiamo sportività”. Il numero uno del Biscione illustra il piano di elettrificazione del marchio: la prima Alfa a batteria nel 2024.
«Volevo un messaggio impattante per il pubblico: è passato un secondo sullo schermo ma ha suscitato mille reazioni». Ride, Jean-Philippe Imparato, quando gli si chiede lumi sul nuovo slogan del marchio Alfa Romeo, presentato, insieme a quelli di tutti gli altri marchi della galassia Stellantis, durante l’evento Ev Day di giovedì. Recita «nel 2024, Alfa diventa Alfa e-Romeo». «Non cambiamo nome, abbiamo rispetto di 111 anni di storia», dice Imparato, appassionato del marchio del Biscione. La notizia del cambio del nome è stata etichettata da qualcuno come fake news, ma come vedete i fatti sono reali.
Ma se non cambia il nome, quello che cambia di Alfa Romeo è la natura dei motori, che iniziano il processo di elettrificazione. «È un’evoluzione necessaria per il marchio, se l’Europa impone la fine della vendita dei motori a combustione, noi dobbiamo essere pronti, altrimenti siamo morti», dice Imparato. E infatti ecco delinearsi il percorso: nel 2022, con il nuovo Suv Tonale, che sarà più piccolo della Stelvio, arriva il primo modello Alfa Romeo ibrido plug-in della storia. Nel 2024, la prima elettrica pura, come annunciato nello slogan citato prima, che sarà disponibile anche in versione termica mild-hybrid. E nel 2025-26 arriveranno le nuove Alfa costruite sulla piattaforma elettrica Stla Large.
Come si convince un appassionato che sogna una Quadrifoglio che un’Alfa può essere elettrica? «Con un altissimo livello di performance. Alfa Romeo non vende elettriche, vende sportività». I nuovi modelli a batteria avranno la trazione posteriore, come chiedono gli appassionati? «Con le nuove piattaforme si può fare tutto, vedremo in base al livello di potenza. Quello su cui non si discute sono le qualità di handling, che devono essere da vera Alfa. Partendo dai “mattoni tecnologici” che offre il gruppo Stellantis, stiamo lavorando sulla nostra interpretazione».
Il «campo base» rimane l’Italia, dice Imparato, «ma Alfa Romeo vuole essere il “premium global brand” di Stellantis. Quindi io non mollo in Europa, Nord America e Cina. In Giappone ci hanno comprato 88 Giulia GTA e GTAm (su una produzione di 500 esemplari, ndr). Ti pare che lascio il Giappone? Restiamo sui tutti i mercati in cui siamo già. Il nostro obiettivo strategico è completare la gamma prodotti per svilupparci fuori dall’Italia. La nostra è una strategia offensiva, non ci accontentiamo di restare fra Torino e Milano». E proprio sulla gamma prodotti, il manager dà anche qualche indicazione sulla gamma futura, che si allargherà verso il basso con modelli più accessibili e più vicini alla tradizione del marchio.
«Voglio avere una risposta per chi in passato mi ha fatto l’onore di comprare una Giulietta o una Mito. Nel 2022, 23, 24 vedrete Alfa Romeo tornare con offerte di prodotto che ci permettano di rivolgerci al cliente che ama il marchio da sempre, ma forse non ha i soldi per comprare uno Stelvio o una Giulia. Io sono nato in Alfa Romeo perché mio padre aveva una Giulia 1300, e poi un’Alfetta, ma non era pieno di soldi. Alfa Romeo era “bellezza per tutti”. Allargheremo il campo in questa direzione: abbiamo un piano prodotto validato per i prossimi dieci anni, ma lo sveleremo un po’ per volta».
Intanto, il nuovo responsabile del design del marchio, Alejandro Mesonero-Romano, è arrivato a Torino, dove da qualche mese vive lo stesso Imparato. «Alejandro lavora al centro stile, a 20 metri da me, ci vediamo due volte al giorno. È innamorato di Alfa Romeo e lavora con una piccola squadra di appassionati. Ho già visto alcuni bozzetti, si vede che ha il riflesso degli alfisti: non si tocca il biscione, non si toccano le ruote, il guidatore al centro. Siamo una squadra di “pazzi con la testa sulle spalle”. E siamo completamente a supporto di un marchio che ha 111 anni di storia».
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