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Blog personale sui marchi nati in Italia: Fiat, Lancia, Alfa Romeo e Abarth. Da aprile 2014. Stellantis Europe, precedentemente conosciuta come Fiat Group Automobiles dal 2007 al 2014 e FCA Italy dal 2014 al 2023, è una società italiana con sede a Torino, partecipata da Stellantis. Ne fanno parte i marchi FIAT, Alfa Romeo, Lancia, Fiat Professional e Abarth. Torino è centro di coordinamento del gruppo, è sede dei Centri Stile e a Balocco è presente il centro sperimentale del gruppo Stellantis.
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Per il 70° compleanno della Fiat 600, Stellantis Heritage partecipa al VII Memorial ‘Dante Giacosa’
A Neive (CN), dal 14 al 15 giugno, andrà in scena la settima edizione del Memorial dedicato allo storico progettista FIAT, nel 120° anniversario della sua nascita e in occasione del 70° compleanno della Fiat 600.
In programma un raduno nazionale delle Fiat 500 storiche, con tour tra le colline di Langa, sosta a Barbaresco e omaggio floreale alla tomba dell’ingegnere piemontese, oltre all’esposizione diffusa di modelli firmati Giacosa nel borgo antico di Neive.
Stellantis Heritage partecipa con alcune rarità della sua collezione custodita all’Heritage Hub di Torino, tra cui il prototipo Fiat 100, la Fiat 600 Multipla dei Carabinieri, la Fiat 500 B Topolino e la Fiat 128.
Il Memorial 2025 assume un significato particolare anche per la ricorrenza dei 70 anni della Fiat 600, uno dei capolavori di Dante Giacosa, che venne presentata al Salone di Ginevra nel marzo del 1955.
Prevista anche una conferenza sull’eredità di Dante Giacosa con Roberto Giolito, “padre” della 500 del 2007 e attuale Head of Stellantis Heritage per i marchi italiani del Gruppo.
Nel 120° anniversario della nascita dell’ingegnere Dante Giacosa e nel 70° dalla presentazione della leggendaria Fiat 600, il Comune di Neive organizza nei giorni 14 e 15 giugno la settima edizione del Memorial dedicato al grande progettista. Si tratta di un appuntamento ormai consolidato nel calendario degli eventi culturali e motoristici, che torna a celebrare una delle figure più influenti della storia dell’automobile. Il momento clou della due giorni è rappresentato dal raduno delle Fiat 500 d’epoca, curato dal Fiat 500 Club Italia di Garlenda (SV)che troveranno posto in Piazza Garibaldi a Neive Borgonuovo. Sabato pomeriggio le vetture partiranno in carovana verso Barbaresco, per poi fare tappa al cimitero di Neive dove sarà reso omaggio alla memoria di Dante Giacosa. La serata proseguirà nel borgo storico con un momento conviviale aperto a tutti i partecipanti. Nella giornata di domenica, invece, si terrà un pranzo riservato agli iscritti.
Nel centro storico di Neive, inoltre, saranno esposte alcune vetture storiche progettate dall’ Ing. Giacosa o appartenenti al periodo della sua attività in FIAT. Tra queste spiccano alcuni esemplari provenienti dalla preziosa collezione custodita presso l’Heritage Hub di Torino. Si parte con la Fiat 100 (Prototipo 600, 1955), da cui derivò la celebre Fiat 600, uno dei più grandi successi commerciali dell'automobilismo italiano. Sebbene il modello di produzione abbia subito diverse modifiche rispetto al prototipo iniziale, la Fiat 100 rappresenta l'inizio della rivoluzione automobilistica che portò alla motorizzazione di massa in Italia. Al suo fianco la famosa Fiat 600 Multipla con la livrea dell’Arma dei Carabinieri, simbolo di una versatilità tecnica e di una capacità di innovazione che hanno reso grande la scuola progettuale torinese. Non meno curiosità susciterà la Fiat 500 B Topolino, elegante derivazione della prima “utilitaria” italiana, capace di coniugare semplicità meccanica e stile raffinato in un’epoca di grandi cambiamenti sociali. Infine, la Fiat 128, prima trazione anteriore del marchio torinese prodotta in grande serie, esempio perfetto dell’eredità tecnica lasciata da Giacosa e della sua visione dell’auto compatta europea proiettata verso il futuro.
Il Memorial “Dante Giacosa” 2025 si conferma così non solo un evento dal profondo valore storico e culturale, ma un autentico omaggio a un protagonista dell’industria italiana, capace, con il suo rigore progettuale e la sua visione umanistica della tecnica, di cambiare il modo di intendere l’automobile a livello mondiale. A sottolineare ulteriormente l’attualità del suo pensiero e l’eredità lasciata alle nuove generazioni di progettisti, nel corso del Memorial si terrà una conferenza dedicata alla sua opera. Tra i protagonisti, Roberto Giolito, progettista della Fiat 500 del 2007 e attuale Head of Stellantis Heritage per i marchi italiani del Gruppo, che ha più volte ricordato come l’influenza di Giacosa sia ancora oggi viva e profondamente radicata nella cultura progettuale italiana: “Ebbi la fortuna d'incontrarlo nei miei primi anni al Centro Stile Fiat, quando già allora si percepiva chiaramente la sua visione lucida e concreta. Rimase colpito dai primi esperimenti che facevamo con i calcolatori per disegnare le vetture: aveva capito prima di molti altri che il futuro della progettazione sarebbe stato anche digitale. La sua opera è ancora oggi un compendio essenziale per chiunque voglia avvicinarsi al progetto automobilistico in modo serio, visionario e responsabile. Ogni sua scelta racchiudeva un pensiero che metteva al centro le persone, i loro bisogni e il loro modo di vivere.”
Di seguito una breve descrizione delle vetture di Stellantis Heritage esposte nel borgo storico di Neive e un approfondimento dedicato alla Fiat 600, uno dei capolavori di Dante Giacosa, che venne presentata al Salone di Ginevra nel marzo del 1955. La sua erede, reinterpretata in chiave contemporanea, fa oggi parte della gamma FIAT e ABARTH, testimoniando la continuità stilistica e valoriale del modello. Proprio come la versione originale seppe conquistare intere generazioni grazie alla sua compattezza, versatilità e spirito democratico, anche l’attuale Fiat 600, nelle due versioni elettrica e ibrida, incarna lo stesso approccio inclusivo e innovativo, coniugando design, funzionalità e sostenibilità per rispondere alle esigenze della mobilità contemporanea. Allo stesso modo, la nuova Abarth 600e da 280 CV, l'Abarth più potente di sempre, raccoglie l’eredità sportiva delle storiche elaborazioni firmate dallo Scorpione, reinterpretando in chiave elettrica quel carattere audace che ha reso famose le 600 da competizione degli anni Cinquanta e Sessanta.
Fiat 500B “Topolino”
La Fiat 500 “Topolino” nacque tra i due conflitti mondiali con l’intento di proporre una vettura economica capace di avviare la motorizzazione del Paese. Il progetto venne affidato al giovane Dante Giacosa, che nel 1936 riuscì a realizzare una vettura compatta, economica e innovativa, destinata a diventare un’icona nazionale. La Fiat 500B qui esposta (1948) rappresenta la seconda serie della celebre “Topolino”; prodotta dal 1948 al 1949, in circa 21.000 esemplari, fu un modello di transizione tra la 500A e la successiva 500C. Apprezzata per le sue prestazioni, fu una delle prime auto italiane a unire versatilità, consumi contenuti e grande affidabilità. Il soprannome “Topolino” ebbe origine per via delle dimensioni ridotte e per le linee dei fanali posizionati sui parafanghi che, visti dall’interno della vettura ricordavano il profilo del celebre personaggio Disney. Pur non diventando mai il nome ufficiale, identificò le tre serie prodotte dal ‘36 al ‘55.
Fiat Prototipo 100
L’esemplare esposto è l’unico sopravvissuto dei cinque prototipi costruiti tra il 1952 e il ’54, tutti i differenti tra loro, nell’ambito del cosiddetto Progetto 100, che avrebbe portato alla nascita della gloriosa Fiat 600. Nel 1952 fu affidato all’ing. Giacosa, allora direttore degli uffici tecnici autoveicoli, l’incarico di preparare una vettura in grado di motorizzare l’Italia del dopoguerra: doveva ospitare comodamente quattro persone con un adeguato spazio per i bagagli ed essere proposta sul mercato ad un prezzo accessibile alle famiglie. Il progetto prevedeva un peso di circa 450 kg e una velocità di crociera non inferiore agli 85 km/h. Giacosa, dopo aver valutato diverse alternative, optò per la soluzione più semplice ed economica: motore posteriore e trazione posteriore. Poiché il contenimento del peso era essenziale per ridurre i costi, si scelse la scocca portante per racchiudere l'abitacolo e il vano motore, studiato ad hoc con dimensioni decisamente ridotte ed un motore bicilindrico a V raffreddato ad aria da 570 cm3. I corpi in alluminio pressofuso dei fanali posteriori fungevano anche da convogliatore d’aria. Un unico asse a camme comandava i bilancieri e la distribuzione era a valvole laterali. Altra particolarità innovativa del prototipo è l'assoluta mancanza del pedale della frizione: tra gli intenti del progetto c’era infatti anche quello di costruire una vettura estremamente intuitiva e facile da guidare, oltre che economica. Purtroppo, lo sforzo necessario per spostare la leva a ogni cambio di marcia era piuttosto elevato e le tre velocità erano poche per una vettura con motore di 600 cm3. Dopo un breve periodo di prove, Giacosa si rese conto che questa soluzione avrebbe richiesto ancora anni di sviluppo e perfezionamenti e decise di sostituire il gruppo motopropulsore con uno più convenzionale composto da un motore a quattro cilindri in linea raffreddato ad acqua, abbinato ad un cambio a quattro marce che sarebbe diventato un classico negli anni successivi. Terminati i test, il prototipo non venne più utilizzato. È oggi conservato presso l’esposizione permanente dello Stellantis Heritage Hub a Torino.
Fiat 600 Multipla con la livrea dell’Arma dei Carabinieri
Vettura versatile e multispazio, la Fiat 600 Multipla fu prodotta da gennaio del 1956 alla primavera del 1967. Condivideva la meccanica della 600 berlina con motore posteriore a sbalzo, ma l’abitacolo si estendeva in tutta la parte anteriore. Il posto di guida, rispetto alla berlina, era avanzato: nella posizione in cui nella berlina si trovavano il serbatoio e la ruota di scorta, nella Multipla si trova un divano due posti. Il frontale, quasi verticale, ricordava quello di un piccolo autobus. Il risultato era una vettura che sembrava viaggiare al contrario, con la parte posteriore più affusolata e aerodinamica. La versione 4-5 posti disponeva, oltre al sedile anteriore per due persone, di un unico sedile posteriore-centrale e di un ampio spazio per i bagagli tra lo schienale e il vano motore; abbattendo i sedili, si poteva ottenere un letto matrimoniale lungo quasi due metri. La versione 6 posti, oltre al sedile anteriore per due persone, offriva quattro sedili singoli ripiegabili disposti su due file; abbattendo i sedili si otteneva un piano di carico di oltre 1,75m2, accessibile dalle due porte laterali. La prima serie montava motore 633cc, la seconda serie (600 D Multipla) un 767cc. L’esemplare esposto appartiene all’Arma dei Carabinieri ed è custodito presso lo Stellantis Heritage Hub a Torino, dove sono visibili anche le altre vetture della collezione dell’Arma.
Fiat 128
Prodotta a partire dal 1969, la Fiat 128 è considerata una delle auto più rivoluzionarie della storia dell’automobile. Con questo modello, Dante Giacosa portò a compimento il concetto di motore anteriore trasversale con trazione anteriore, creando un’architettura che sarebbe diventata lo standard per le compatte di tutto il mondo. L’ingombro contenuto del gruppo propulsore consentiva di liberare spazio nell’abitacolo non solo eliminando il tunnel centrale, ma anche contenendo il numero di organi meccanici, con vantaggi in termini di riduzione del peso e dei consumi. Grazie a questa soluzione, la Fiat 128 fu eletta “Auto dell’Anno 1970” e divenne un riferimento per l’intera industria automobilistica europea. Venne prodotta nello stabilimento di Rivalta di Torino tra il ‘69 e il 1983 e fino agli anni ‘90 in Sudamerica, Egitto e Jugoslavia.
Il 70° anniversario dell’iconica Fiat 600
Nata per sostituire la gloriosa 500 “Topolino” e per rispondere alla crescente domanda di mobilità delle famiglie italiane nel pieno del boom economico, la 600 fu il risultato di un progetto tanto essenziale quanto rivoluzionario. La squadra guidata da Giacosa, con risorse limitate ma idee chiare, optò per una soluzione “tutto dietro” che permise di massimizzare lo spazio abitabile, contenere i costi e offrire un’architettura tecnica coerente con i bisogni del tempo. Il motore Tipo 100 da 633 cc, posto a sbalzo dietro l’asse posteriore, garantiva 21,5 cavalli e una velocità massima di 95 km/h. L’assenza del telaio tradizionale e la presenza di sospensioni indipendenti su tutte le ruote contribuivano a un comportamento dinamico moderno, mentre la carrozzeria tondeggiante, con linee morbide e dettagli funzionali, anticipava un’estetica razionale ma accattivante. Il suo debuttò ufficiale avvenne al Salone di Ginevra nel marzo del 1955 e il suo successo fu immediato e clamoroso: la 600 era più veloce e più spaziosa della 500 C Belvedere, costava meno ed era dotata di soluzioni ingegnose come le porte incernierate posteriormente, i vetri scorrevoli a tre sezioni e una configurazione interna flessibile, capace di ospitare comodamente quattro passeggeri o, abbattendo il divanetto posteriore, un generoso vano di carico. Nel gennaio del 1956 al Salone di Bruxelles arrivò la straordinaria variante Multipla, capace di ospitare fino a sei persone in appena tre metri e mezzo di lunghezza. La 600 si evolse negli anni, aumentando cilindrata, potenza e comfort, ma mantenendo sempre inalterata la sua formula vincente. La produzione in Italia si concluse nel 1969 con oltre due milioni e seicentomila esemplari, ma la diffusione internazionale, dalla Spagna all’Argentina, dalla Jugoslavia alla Germania, portò il totale globale a sfiorare i cinque milioni. La sua architettura meccanica e il suo motore avrebbero continuato a vivere anche nei decenni successivi, equipaggiando numerosi modelli Fiat fino agli anni Duemila, mentre le elaborazioni Abarth ne fecero una leggenda anche nel mondo delle competizioni.
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