FCA e PSA hanno presentato alla Commissione Europea le proposte per alleviare i timori sollevati sulle conseguenze della loro fusione sul mercato europeo dei veicoli commerciali leggeri.
La Commissione Europea ha deciso lo scorso giugno di avviare un'indagine approfondita sulla fusione perché i funzionari degli uffici antitrust hanno espresso il timore che l'operazione vada a ridurre la concorrenza sul mercato dei veicoli commerciali leggeri all'interno dello Spazio economico europeo e, in particolare, in 14 Stati membri dell'Unione Europea e nel Regno Unito (fino a fine anno ancora sottoposto ai regolamenti Ue): Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Del resto, FCA e PSA sono leader in molti mercati nazionali: sulla base dei dati del 2019, i due gruppi possono contare su una quota complessiva di oltre il 40% in tutta l'Unione Europea e ben superiore al 50% in specifici Paesi.
Per risolvere la questione, i due costruttori si sono resi disponili sin da subito a collaborare con le autorità europee e a presentare eventuali "rimedi" per alleviare i timori dei funzionari di Bruxelles. Per il momento non è trapelato nulla di ufficiale, ma secondo alcune indiscrezioni di stampa, i francesi avrebbero proposto di rafforzare la loro attuale partnership con la Toyota. In particolare, la PSA sarebbe disposta ad aumentare la capacità produttiva della joint venture con i giapponesi nel campo proprio dei veicoli commerciali: il gruppo transalpino produce dal 2012 il Toyota Proace nello stabilimento francese di Hordain e sulla base di una modifica al loro accordo di collaborazione è previsto che PSA ampli la gamma di veicoli commerciali forniti ai giapponesi per il mercato europeo con un nuovo modello per il segmento dei furgoni compatti da produrre a Vigo, in Spagna.
La commissione, che a luglio ha sospeso l'iter delle sue valutazioni per consentire ai due gruppi di presentare le proposte, non ha fissato una data per fornire il parere decisivo sull'operazione. Originariamente la decisione della Commissione era stata indicata per la fine di ottobre. “La scadenza è ancora sospesa. Questa procedura nelle indagini sulle concentrazioni si attiva se le parti non forniscono, in modo tempestivo, un'importante informazione che la Commissione ha loro richiesto", ha affermato la Commissione. Ora l'iter prevede che Bruxelles chieda un riscontro ai clienti e ai concorrenti prima di decidere se chiedere ulteriori rimedi, dare il suo via libera oppure bloccare l'operazione.
Per ora dai due costruttori non sono arrivati commenti né precisazioni. La Fiat Chrysler Automobiles e la PSA si sono limitate a prendere atto della conferma pervenuta dalla Commissione sul deposito delle proposte e a sottolineare ancora una volta che "continuano a lavorare in modo costruttivo con la Commissione europea e tutte le autorità competenti in materia di concorrenza in tutto il mondo". "Ad oggi, la transazione è stata approvata in quattordici giurisdizioni", hanno aggiunto i due costruttori ribadendo che "come annunciato in precedenza, il completamento della fusione è previsto per il primo trimestre del 2021".
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