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Alfa Romeo 6C 3000CM del 1953, la 33 Stradale prototipo del 1967, la 33/3 Litri "Le Mans" del 1970 e la 33 TT 12 del 1975


6C 3000 CM spider (1953)

La "6C 3000 Competizione Maggiorata" (CM), realizzata dalla carrozzeria Colli, nasce nel 1953 come coupé da corsa destinata alla categoria "vetture sport". Questo modello è stato progettato per partecipare alla Mille Miglia del 1953 e alla 24 Ore di Le Mans.

Il motore di questa spider da corsa, progettato da Giuseppe Busso, riprende vari elementi del precedente 6 cilindri in linea da 3 litri, creato espressamente per il prototipo 6C 3000, ma con una cilindrata maggiorata a 3495 cm3 e una potenza, al termine delle successive evoluzioni, di 275 CV.

La versione coupé taglia il traguardo in seconda posizione alla Mille Miglia del 1953, pilotata dal leggendario Juan Manuel Fangio, campione del mondo di F1 nel 1951 con la GP Tipo 158-159 "Alfetta", e all'epoca il miglior pilota del team Alfa. Il pilota argentino domina la gara, ma è costretto a rallentare a causa di un problema al telaio.

L'esperienza di La Sarthe, nel giugno 1953, si rivela di nuovo sfortunata per l'Alfa Romeo 3000 CM coupé: tutte le vetture si ritirano dalla corsa. La ragione principale è da attribuire al poco tempo a disposizione per sviluppare il progetto complessivo: il reparto progettazione ha come obiettivo principale e imperativo quello di mettere a punto e organizzare la produzione di un nuovo modello compatto, che diventerà la "Giulietta".

La versione spider, per contro, ha conquistato il primo "Gran Premio Supercortemaggiore", corso a Merano nel 1953 con J.M. Fangio alla guida. Questa vettura straordinaria è normalmente esposta presso il Museo Alfa Romeo. La vettura in esposizione è dotata di freni a disco montati nel 1955 dal reparto R&D.


Alfa Romeo 33 Stradale prototipo (1967)

Sulla base della Tipo 33/2, artefice di numerose vittorie in gara, tra il 1967 e il 1969 viene realizzata una piccola serie di 18 coupé da strada, con un'affascinante carrozzeria in alluminio progettata da Franco Scaglione.

Modello leggendario che ha segnato non solo la storia di Alfa Romeo, ma anche quella dell'automobilismo, sia per la sua rarità che per la sua bellezza scultorea, è una delle pochissime vetture da strada nate a partire dal modello da corsa, dal quale ha ereditato eccellenti soluzioni tecniche che, cinquant'anni dopo, sono ancora in grado di offuscare quelle delle sofisticate vetture moderne. Il suo design, quintessenza della bellezza in un'automobile, è quasi impossibile da descrivere: a esprimerlo sono l'equilibrio delle forme, la purezza delle linee, l'eleganza di ogni minimo dettaglio.


Il telaio originale, derivato dalle corse, è costituito da tre grossi tubi in lega di alluminio di 20 cm di diametro disposti in modo da formare una "H" asimmetrica. Due strutture in fusione di magnesio sono quindi fissate alle estremità: quella anteriore sostiene la sospensione e i pedali, mentre quella posteriore sostiene il motore, la trasmissione e la sospensione. I serbatoi del carburante, in gomma, sono alloggiati all'interno dei tubi del telaio.

Rispetto alla versione da gara, la 33 Stradale si distingue per il passo allungato di 10 cm e un telaio rinforzato con lamiera d'acciaio a livello dell'abitacolo, oltre che per equipaggiamenti e finiture adatti all'impiego su strada.

Anche il motore - un V8-90° da due litri - è stato "ammorbidito" e portato a 230 CV (rispetto ai 270 CV della versione prototipo), rimanendo comunque in grado di spingere la vettura fino ai 260 km/h.


Alfa Romeo 33/3 litri Le Mans (1970)

Il ritorno di Alfa Romeo nelle corse per vetture sport avvenuto nel 1967, con il progetto "Tipo 33", rientra in un processo evolutivo che durerà dieci anni. Dopo i successi iniziali della vettura da due litri a Fléron, e prima delle grandi vittorie del 1968, Autodelta mette a punto una nuova versione del motore V8, con una capacità di 3 litri, per concorrere per i titoli generali.

Le cose sembrano promettere bene, ma al suo debutto nella 12 Ore di Sebring nel 1969, la vettura è costretta ad abbandonare. Nel corso della stagione conquista due vittorie (Zeltweg e Pergusa) e nel 1970 la squadra Autodelta consolida lo sviluppo della 33/3.

La vettura preparata per l'anno successivo subisce una revisione radicale: il motore sviluppa 420 CV, il cambio è ridisegnato, il peso ridotto a 650 kg e viene realizzata una carrozzeria completamente nuova.

Il 1971 è l'anno dell'en plein di vittorie: la 1000 km di Brands Hatch (De Adamich-Pescarolo), la Targa Florio (Vaccarella-Hezemans) e la 6 Ore di Watkins Glen (De Adamich-Peterson) sono le principali e prestigiose vittorie che proiettano Alfa Romeo al secondo posto nel Campionato del Mondo Costruttori.


Alfa Romeo 33 TT 12 (1975)

La 33 TT 12 fa il suo debutto alla 1000 km di Spa-Francorchamps il 5 maggio 1973, mentre il Campionato del Mondo Costruttori è al culmine, con un impegno importante da parte delle marche più prestigiose, come Alfa Romeo e la sua divisione corse, "Autodelta".


Mentre il numero "33", presente sui circuiti dal 1967, richiama un'auto da corsa leggendaria, l'acronimo "TT" significa "Telaio Tubolare", derivato dalla precedente "33 TT3", con un motore V8-90°. Il "12" rappresenta invece il numero di cilindri del nuovo motore flat-12 da 3 litri, in grado di erogare una potenza di oltre 500 CV. La carrozzeria presenta un'aerodinamica inconsueta e un'estetica impareggiabile, costituita da due pinne laterali e una grande presa d'aria sopra al cofano del motore.

Per decisione dei tecnici di Autodelta, la stagione 1973 viene consacrata allo sviluppo completo della nuova vettura e l'anno successivo la 33 TT 12 raccoglie i suoi primi successi, il particolare il primo posto alla 1000 km di Monza.

Nel 1974 la direzione di Alfa Romeo decide di partecipare alla 24 Ore di Le Mans con l'obiettivo di battere il team Matra, il suo primo vero concorrente. Durante la sessione di qualifica svolta in marzo, Merzario e la sua 33 TT 12 prendono il volo con un giro realizzato in 3' 31" 000, con un anticipo di 4 secondi sulla Matra. Tuttavia, per questioni organizzative, Alfa Romeo e Autodelta decidono di non partecipare alla gara.

La stagione 1975 segnerà l'età d'oro della 33 TT 12. I piloti migliori si alternano al volante della "TT 12" e conquistano l'ambitissimo Campionato del Mondo Costruttori. Merzario, il più talentuoso, Andretti, Bell, Brambilla, Ickx, Laffite, Mass, Pescarolo, Scheckter, Vaccarella, Watson.

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